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Matracia-Mediagol: “Coronavirus e Palermo, svelo il vademecum rosanero. I nostri calciatori da lodare, vi spiego perché”

Le dichiarazioni rilasciate dal responsabile sanitario del Palermo, Roberto Matracia, in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it

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Prosegue l’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus.

L’epidemia da COVID-19  ha avuto origine probabilmente in Germania, secondo gli ultimi studi in materia, per poi propagarsi in Cina nella provincia di Wuhan, ed estendersi progressivamente anche in tutta Europa, delineando un quadro sanitario estremante complesso in Italia, con un numero ingente di contagiati ed un computo drammatico in termini di soggetti deceduti. Il Governo italiano, per questa ragione, ha scelto di adottare contromisure rigorose ma necessarie per contrastare la diffusione della malattia. Decreti con annesse norme comportamentali di matrice igienico-sanitaria, volti ad evitare assembramenti e a ridurre al minimo i contatti sociali, con l’obiettivo di ridurre drasticamente il rischio di ulteriori contagi. I provvedimenti istituzionali hanno avuto importanti ripercussioni anche sul mondo dello sport, dove le attività agonistiche sono state bloccate fino a data da destinarsi nel pieno rispetto delle norme ministeriali. I tesserati dei club professionistici e non, dunque, si trovano oggi di fronte all'esigenza di proseguire gli allenamenti da casa, tramite le video-lezioni e i consigli a distanza di preparatori atletici, fisioterapisti e medici.

Roberto Matracia, responsabile sanitario del Palermo, in esclusiva ai microfoni della redazione di Mediagol, ha analizzato genesi e caratteristiche dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione di Coronavirus, illustrando come il club di Viale del Fante ha modellato e rivisitato programma e metodi di lavoro a fronte delle nuove disposizioni del Governo.

"Le regole più importanti per contrastare il COVID-19 sono lavarsi frequentemente le mani, mantenendo in generale una buona igiene, e rimanere a casa, per evitare di avere contatti. Bisogna uscire soltanto quando è indispensabile, ad esempio per fare la spesa. E' la terapia più sicura per non contrarre il virus, mentre, una volta contratto, le terapie sono esclusivamente mediche per quanto la scienza finora ha acquisito conoscenze. Oggi sarebbe facile dire che non si è agito con tempestività, ma io ritengo non ci sia stato alcun tipo di errore. E' inutile polemizzare, pensiamo alla gestione della realtà odierna. Gli errori potranno esserci nel momento in cui adesso non seguiamo le norme indicate dal Governo. Vedo purtroppo gente che esce ancora per motivi ben diversi da quelli di prima necessità, questo è l'errore più grande che possiamo fare. I tesserati del Palermo si stanno comportando in maniera emblematica. Qualcuno di loro vive in comunità e, a turno, escono per svolgere le azioni indispensabili. E' un comportamento da lodare, se pensiamo anche che molti di loro sono lontani dalle loro famiglie. La cura della condizione fisica dei calciatori nel corso dello stop del campionato? L'allenamento prosegue in casa in modo specifico e personalizzato. Il nostro preparatore atletico Petrucci sta dando ai giocatori dei consigli per non perdere il tono muscolare, ma è importante anche la funzione del nutrizionista, perché i ragazzi devono mangiare in maniera salutare e non aumentare di peso. Lo stanno facendo penso tutte le squadre. E' chiaro che alla ripresa gli allenamenti saranno specifici, perché dopo uno stop di questo genere bisognerà riprendere la preparazione nel modo giusto per non incorrere in traumi come eventuali lesioni muscolari”.

A proposito, invece, delle misure precauzionali messe in atto dalla società nel corso delle ultime sedute di allenamento svolte al ‘Barbera’: “Fin da prima dello stop dei campionati avevamo preso delle misure precauzionali, tra cui lavare spesso le mani e bere ognuno nelle proprie bottiglie, che è un comportamento alla base per prevenire qualsiasi tipologia di infezione. Inoltre, i giocatori uscivano soltanto per andare al campo, non hanno mai lasciato il comune di Palermo neanche per andare a trovare i propri familiari”.