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Juventus, Michela Persico: “Io, Rugani e l’incubo Coronavirus, vi racconto. Sono andata in cortocircuito…”

La compagna del difensore della Juventus, risultata positiva al Coronavirus in gravidanza, si racconta: "Capisco che il calcio voglia ripartire"

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E' stato il primo caso di positività al COVID-19 reso noto in Serie A.

Stiamo parlando di Daniele Rugani. Lo scorso 11 marzo, la Juventus, società che ne detiene la proprietà del cartellino, ha ufficializzato la notizia con un comunicato diramato sul proprio sito di riferimento. Successivamente, il 15 aprile, il difensore classe 1994 - dopo l'isolamento presso il J Hotel alla Continassa ed il doppio controllo con test diagnostici (tamponi) - è risultato negativo. Il numero 24 bianconero, dunque, è tornato a riabbracciare la compagna Michela Persico, anche lei risultata positiva al Coronavirus. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno, considerato che la nota giornalista e conduttrice tv stava per annunciare la gravidanza.

"Ora sto bene, ma devo dire che ero stata colpita dal Covid in forma lieve: perdita di olfatto, febbre, stanchezza. Rispetto ai casi gravi, posso dire che in quel senso io e Daniele siamo stati fortunati. Le difficoltà, per me, erano soprattutto a livello di umore: la grande preoccupazione per la gravidanza, il fatto di essere da sola visto che anche Daniele era malato, la lontananza e la preoccupazione per la mia famiglia. I miei genitori mi raccontavano che l’unica musica di fondo erano le ambulanze... Erano ancora gli inizi di marzo. Bergamo era già molto colpita. Ma io cercavo di crearmi uno scudo protettivo: inconsciamente vuoi cercare di tranquillizzarti. Poi Daniele mi ha dato la notizia", ha raccontato la Persico, intervistata ai microfoni di 'Tuttosport'.

"Il giorno in cui ho saputo della positività di Daniele ho dato per scontata anche la mia. Ricordo benissimo: era una sera, ero seduta sul divano. Il mio cervello è andato in cortocircuito, mi sono fatta un miliardo di domande su quello che poteva accadere al feto. Essendo un virus del tutto nuovo, non si potevano sapere gli effetti e le conseguenze. Dunque per i primi due giorni ero spaventatissima: duemila chiamate e tutti mi hanno rassicurata e poi, grazie al mio carattere, ho cercato di reagire. Non bisogna mai piangersi addosso. Visto che la situazione era sotto controllo, mi sono detta: 'niente allarmismi', essendo in gravidanza devo stare tranquilla. Dunque mi sono creata la mia routine giornaliera, che poi è durata per 35 giorni in tutto. Tante video chiamate a Daniele e ai miei genitori. Poi mi sono dedicata ai miei animali: due gatti, un barboncino e due tartarughe. Ho cercato di praticare quel po’ di sport ed esercizio che potevo fare nonostante la stanchezza. Letture, film, pulizia della casa. E ho cucinato moltissimo: dolci di ogni tipo".

"Abbiamo ricevuto tanto sostegno, non solo dai tifosi della Juventus. E questa cosa mi ha stupito. Ne abbiamo parlato con Daniele: pure lui ha sentito una vicinanza che andava al di là dell’affetto per la squadra di calcio. Del resto parliamo di una pandemia, di un fenomeno mondiale. E Daniele è stato il primo caso in Serie A, è stato al centro dell'attenzione mediatica. Per me i social sono un mezzo a volte a scopo lavorativo, altre volte a uso divertimento. Ma non sai mai chi ci sia dietro alla tastiera e capitano commenti di ogni genere. Finora avevo usato dei filtri non dando adito a commenti. In questo periodo, però, avendo solo lo smartphone come 'compagnia', l’ho utilizzato di più. Ho riscontrato affetto da parte anche di persone inimmaginabili. Mi hanno dato forza anche operatori del settore: medici, ostetrici. La ripresa degli allenamenti? Ne avevamo bisogno, soprattutto lui che stando fermo si sente un leone in gabbia. Quando sono riprese le sedute era felice. Il Covid ha creato grandi problemi economici anche nel calcio, gli attori diretti e indiretti coinvolti sono moltissimi. E’ normale che si voglia ripartire nonostante il pericolo, diversamente si creerebbe una crisi mai vista", ha concluso.