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Coronavirus, Trapattoni: “Restiamo tutti in difesa, sport base della ripresa. Sogni nel cassetto? Ancora uno”

L’ex allenatore della Nazionale, Giovanni Trapattoni, si è raccontato a 360º soffermandosi sul possibile ritorno in campo

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“È il momento di stare tutti in difesa”

Parola a Giovanni Trapattoni. L’allenatore italiano più vittorioso a livello di club, nonché tra i più titolati al mondo - ai suoi 10 scudetti, vinti in 4 diversi paesi, si sommano infatti anche ben 7 titoli internazionali -, ha raccontato ai microfoni de ‘La Repubblica’ la sua quarantena forzata a causa del Covid-19, non nascondendo la grande voglia di tornare ad allenare.

Sono tranquillo, nel mio studio ho ancora le coppe, le foto e altri cimeli. Ma le mie grandi passioni sono musica classica e parole crociatePoi ci sono le videochiamate, con cui vedo i miei figli e nipoti”.

EMERGENZA CORONAVIRUS  -“Questo è il momento di stare tutti in difesa, per uscire dall’area ci sarà tempo. Ora bisogna pensare da esseri umani, non da lombardi o europei. Ed è molto dura, io sono preoccupato ma anche sereno. Non ho paura per me ma per i miei figli e nipoti. Dobbiamo pensare a chi sta portando avanti il paese e trovare forza da loro. Parlo dei cassieri nei supermercati, degli operatori ecologici, delle forze dell’ordine, della Protezione Civile, dell’Esercito, della Croce Rossa e di medici e infermieri. Loro rappresentano la nostra squadra, di cui tutti facciamo parte”.

LA FORZA DELLO SPORT -Mi mancano il calcio e lo sport, che sono vita e gioia” ha proseguito Trapattoni. “Siamo in un momento grave ma sono certo che lo sport, con la sua forza e la sua passione, sarà la base della ripresa. Il calcio unisce i giovani, va oltre ogni ideologia e supera anche la politica. Dovremo essere migliori, a cominciare da questo consumismo sfrenato. Io non esco nemmeno per camminare, credo sia una cosa necessaria. E quando ritornerà tutto normale, sarà ancora più bello”.

SOGNI E FUTURO -Cosa consiglio da allenatore? Di rimanere in forma, facendo esercizi a casa. Sogno ancora di giocare e di allenare, ho avuto una vita felice e ringrazio Dio per questo. Non ho rimpianti, se non per gli amici scomparsi. Dopo gli ottant’anni è come stare ai supplementari, e io cerco di giocarli al meglio. Non voglio arrendermi”, ha concluso Trap.