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Coronavirus, il medico sociale dell’Inter: “Io contagiato e guarito, vi racconto la malattia. Ripresa? Solo ad una condizione”

Le dichiarazioni rilasciate dal dottor Volpi, medico sociale dell'Inter: "La realtà è molto più seria di quanto venga percepito nel nostro Paese"

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"Adesso sto bene, ma sono stato fortunato".

Lo ha detto il dottor Piero Volpi, intervistato ai microfoni del 'Corriere dello Sport'. Diversi, dunque, sono stati i temi trattati dal medico sociale dell'Inter, contagiato dal Coronavirus e poi guarito: dalla malattia che lo ha colpito lo scorso marzo, non in maniera leggera, alla possibile ripresa del campionato di Serie A, momentaneamente sospeso per l'emergenza COVID-19.

"Ad altri è andata peggio purtroppo: penso ai tanti medici ed infermieri che si sono ammalati e che non ce l'hanno fatta. Stando a stretto contatto con i contagiati si sono esposti al virus. Mi dispiace perché gli operatori sanitari stanno pagando un prezzo molto alto per questa situazione. E' accaduto anche a me? Credo proprio di sì. Ho continuato ad andare in ospedale e immagino sia stato un paziente a trasmettermi il virus - ha dichiarato il dottor Volpi, che è stato ricoverato per dieci giorni in ospedale, aiutato con l'ossigeno -. Avendola vissuta in prima persona, mi rendo conto che la realtà è molto più seria di quanto venga percepito nel nostro Paese. Sono rimasto per 10 giorni in ospedale e solo lì, dentro quei reparti, si può avere veramente l'idea di ciò che stiamo affrontando. Chi non ha avuto un'esperienza diretta fatica ancora a comprendere ciò che comporta una malattia di questo tipo".

FASE 2 -"La 'Fase 2' è vicina? Beh, io invito a riflettere molto bene su questa opportunità. Occorre valutare tutto con attenzione, senza farsi prendere dalla fretta. Perché correre dei rischi proprio adesso? A mio avviso, il via libera dovrebbe arrivare solo dalle autorità scientifiche competenti. Mi riferisco in particolare a virologi ed epidemiologi. Nel nostro Paese ci sono alcune eccellenze internazionali da questo punto di vista. Giusto, quindi, seguire il loro giudizio, perché per ripartire occorre che i rischi siano annullati o sufficientemente bassi. Le proposte si sprecano. Ma soltanto loro, mi riferisco a virologi ed epidemiologi, hanno il polso reale della situazione e sanno a che punto ci troviamo".

RIPRESA CAMPIONATO -"Il calcio ha voglia di ripartire? Quello sarà un passaggio successivo. La priorità deve essere sempre e comunque la salute. In ogni caso, saranno i medici di tutti i club a dover mettere in atto gli strumenti necessari per garantire la sicurezza all'intero gruppo di lavoro. Penso a visite mediche e a dispositivi di protezione che consentano controlli costanti e puntuali. Se ci sarà sempre il pericolo di un nuovo positivo? La speranza naturalmente è che non avvenga, ma per ridurre il pericolo è fondamentale andare adagio. Ora la situazione non è sufficientemente definita per fare previsioni su tempi o date, o per stabilire percentuali di rischio. Io, ripeto, sono stato fortunato. Tutto il mondo Inter mi è stato molto vicino. Ho ricevuto tante manifestazioni di affetto e simpatia: ogni messaggio, ogni telefonata, mi ha fatto un piacere enorme", ha concluso.