serie a

Coronavirus, Galliani: “Se non si dovesse riprendere Serie A a 22, ecco cosa significherebbe interrompere”

UDINE, ITALY - SEPTEMBER 22:  Adriano Galliani AD of AC Milan looks on before the Serie A match between Udinese Calcio and AC Milan at Stadio Friuli on September 22, 2015 in Udine, Italy.  (Photo by Dino Panato/Getty Images)

L'amministratore delegato del Monza ha detto la sua in merito alla ripartenza del massimo campionato italiano

Mediagol77

Adriano Galliani e la sua idea sulla ripartenza dei campionati.

L'attuale amministratore delegato del Monza, in diretta a Gr Parlamento, ha detto la sua in merito alla ripresa della Serie A che è stata sospesa a causa dell'emergenza Coronavirus.

"Se interrompiamo la stagione ci sarà una grande riduzione dei ricavi per cui secondo me la soluzione va trovata facendosi affiancare da un grande advisor che valuti caso per caso, se sia più conveniente concludere al 30 giugno, al 30 luglio o al 30 agosto e così via, perché ciascuna soluzione comporta ricavi molto diversi fra loro. Auspico che venga presa la strada che porti meno riduzione dei ricavi, soprattutto in serie A. Il calcio italiano ha un’infinità di miliardi di debiti, i mancati ricavi potrebbero portare molte squadre in Serie A sull’orlo del collasso, e bisogna trovare anche un sistema per evitare i contenziosi con le tre fonti di ricavo, pubblico, sponsor e pay-tv. Cosa fare se non si dovesse riprendere? Non avrei dubbi, ma la competenza è del Consiglio federale. Manderei in Champions le prime 4 ma facendo una classifica (la diversa posizione determina anche una diversa quota ricavi in Europa) mentre credo sia impossibile fare le retrocessioni, per cui andrà trovata una soluzione per avere meno contenziosi legali. Vedo per il prossimo anno una Serie A a 22 squadre e una B a 21- 22. Il mercato? Penso che sarà una sessione di scambi, come nello sport americano, In serie D non ci sono ricavi, in serie C quasi. La serie C perde 120 milioni l’anno che sono messi da 60 imprenditori con una media di due milioni ciascuno. Temo che la crisi economica che colpirà in maniera forte il nostro Paese impedirà a questi 60 signori di mettere i soldi anche l’anno prossimo. Ma serie C e serie D svolgono un compito sociale, tolgono i ragazzi dalle strade e bisogna trovare qualche sistema per far sì che questo compito venga riconosciuto".