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Coronavirus, Ferri: “Vi racconto la situazione qui a Lodi. Adesso bisogna essere uniti”

COMO, ITALY - MAY 10:  Riccardo Ferri of Inter Forever looks on during the FC Internazionale training session at the club's training ground Suning Training Center in memory of Angelo Moratti on May 10, 2018 in Como, Italy.  (Photo by Marco Luzzani - Inter/Inter via Getty Images)

Riccardo Ferri, ex calciatore, fa il punto della situazione sull'allarme Coronavirus nella città di Lodi

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Parla Riccardo Ferri.

L'ex calciatore, tra gli anni 1977 e 1981, dell'Inter si è espresso ai microfoni di TMW Radio, durante il podcast Maracanà, in merito alla situazione di Lodi, città in cui vive e tra le prime colpite dall'emergenza Coronavirus in Italia. Di seguito le sue dichiarazioni: "Vivo a Lodi una delle prime zone rosse. Ho visto con i miei occhi tutta la situazione di emergenza. Ho perso degli amici e altri sono in ospedale. È una realtà davvero assurda, ogni 3 minuti passava un’ambulanza per le strade. Dalle informazioni che ho, la situazione è ancora tesa. Mancano dei posti letto nell’ospedale di Lodi. In questi giorni sono arrivate 26000 mascherine e a Bergamo ancor di più. Tutto questo grazie all’Inter e all’Associazione Sanitaria di Lodi. Chi può fare qualcosa, aiuti l’Italia per uscire da questa situazione. Ho lanciato un’iniziativa con mio figlio per aiutare l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano a generare nuovi posti letto negli ospedali per i pazienti affetti da Coronavirus. Sto chiedendo aiuto ad amici e colleghi come Pierluigi Pardo. Hanno ricoverato un mio amico di 50 anni perché aveva tosse, sintomi dell’influenza e gli si era abbassata la saturazione. Aveva da poco perso il papà sempre a causa del virus. In ospedale gli è stato fatto il tampone ed è risultato positivo. Oggi sta molto meglio però è ancora in osservazione nell’ospedale di Pavia. Il mio pensiero va a tutti coloro che non ce l’hanno fatta e anche ai medici, agli infermieri e alle forze dell’ordine”.

SITUAZIONE ATTUALE - "Per quello che ho sentito sembra che negli ultimi giorni ci siano più dimessi che ricoverati. Sentiamo ogni giorno meno ambulanze. Le strade sono completamente deserte. È giusto rimanere a casa, qui c’è un grande gioco di squadra".

APPELLO AGLI ITALIANI - "Adesso è il momento di tralasciare le polemiche. Nel rispetto di chi sta male o di chi è venuto a mancare bisogna evitare di alzare i toni e darsi contro l’un con l’altro. Quando si è in difficoltà, bisogna remare tutti dalla stessa parte. Dobbiamo puntare l’obiettivo tutti insieme senza cercare i colpevoli".