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Coronavirus, Brehme e il gesto da Campione del Mondo: messo all’asta il pallone della finale di Italia ’90

FUERTH, GERMANY - OCTOBER 07: Head coach Andreas Brehme looks on prior to the Friendly Match between the DFB-All-Stars and Azzurri Legends at Sportpark Ronhof Thomas Sommer on October 07, 2019 in Fuerth, Germany. (Photo by Sebastian Widmann/Bongarts/Getty Images)

L'ex campione del Mondo con la Germania ha messo all'asta il pallone della finale di Italia '90 con l'intento di raccogliere fondi per l'emergenza Coronavirus

Mediagol52

"di Daniele Castelli

Un gesto da "Campione del Mondo".

La vita di Andreas Brehme è stata una lunga corsa sulle montagne russe. Nel 1988 un calciatore tedesco dai capelli biondi come l'oro sbarcava in Italia per indossare la maglia dell'Inter, dove sarebbe rimasto per quattro stagioni vincendo anche lo scudetto proprio al termine del suo primo anno. Ma anche se in Italia, non fu tuttavia in Serie A che il glaciale terzino Andreas Brehme, dotato di un mancino molto potente e di un destro raffinato e preciso, conquistò il trofeo più importante della sua bacheca.

Nel 1990 infatti l'Italia ospitò il Mondiale per la seconda volta dal 1934, annata in cui gli Azzurri conquistarono il trofeo iridato per la prima volta nella loro storia forse grazie anche al contributo dell'uomo che in quel momento comandava il paese e avrebbe segnato profondamente la storia contemporanea dell'Europa prima e del mondo intero poi, Benito Mussolini. La selezione guidata da Azeglio Vicini era illuminata dal talento straripante ed eccezionale del Principe, Giuseppe Giannini, e ben presto tutti gli italiani si sarebbero innamorati di un ragazzo di origini palermitane, Totò Schillaci, che diventerà poi capocannoniere del torneo. Il bellissimo cammino dell'Italia si arrestò però in semifinale, fermata da un superbo Goycochea che, insuperabile durante la lotteria dei rigori, trascinò l'Argentina in finale.

Ad attendere la selección sul campo dello stadio Olimpico di Roma vi fu la Germania Ovest, che così come Caniggia e compagni aveva superato l'Inghilterra ai calci di rigori. Per uno spassoso segno del destino, anche l'ultima gara del Mondiale fu decisa con un tiro dagli undici metri, e realizzarlo fu proprio Andreas Brehme, che battendo Goycochea consegnò ai tedeschi il terzo trofeo della storia, l'ultimo prima di assumere definitivamente il nome di Germania. Adesso, dopo anni di profonda crisi all'insegna di alcol, debiti e un'umiliante offerta di lavoro come addetto alla pulizia dei bagni arrivata da Olivier Straube, Brehme sembra aver ritrovato la sua stabilità, grazie anche al gesto del Bayern Monaco che anni fa lo ha reclutato nel ruolo di osservatore.

L'ex Inter oggi ha deciso di voler compiere un bellissimo gesto nei confronti della comunità, mettendo all'asta quel pallone che aveva insaccato alle spalle di Goycochea durante la finale del Mondiale 1990, con l'obiettivo di raccogliere fondi da destinare alla lotta contro il Coronavirus. Il pallone, firmato da tutti i suoi compagni della Germania, come Lothar Matthäus e altri grandissimi campioni, ha già raggiunto una cifra pari a 3.150 euro, e resterà all'asta fino al 6 maggio.