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Argentina, Tapia e la rivoluzione dell’AFA: “Irresponsabile tornare a giocare, ecco le mie proposte”

BUENOS AIRES, ARGENTINA - MAY 30: Claudio Tapia, president of Argentina's Football Federation, after the final of the CONMEBOL Recopa Sudamericana 2019 between River Plate and Athletico Paranaense at Estadio Monumental Antonio Vespucio Liberti on May 30, 2019 in Buenos Aires, Argentina. (Photo by Amilcar Orfali/Getty Images)

Il presidente dell'AFA, Claudio Fabián Tapia, ha svelato le possibili modifiche da attuare nel mondo del calcio argentino

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La rivoluzione di Claudio Fabián Tapia.

Così come in Italia, anche in tutti gli altri paesi del mondo si sta continuando a lottare quotidianamente contro il Coronavirus: i medici, gli infermieri e le forze dell'ordine di tutto il globo stanno mettendo in campo tutte le loro forze per cercare di salvare quante più vite possibili. Come nel nostro paese, anche le Federazioni degli altri campionati stanno parallelamente cercando di trovare un modo sicuro per far ripartire il calcio, con l'obiettivo primario di salvaguardare la salute dei propri atleti.

A commentare la situazione dell'Argentina è intervenuto Claudio Tapia, presidente dell'AFA, il quale ai microfoni di TyC Sports ha sottolineato il rischio di affrettare le tempistiche e tornare a giocare con un'emergenza sanitaria senza precedenti ancora in atto: "Stiamo lavorando molto bene e stiamo pensando ad alternative per il futuro. Sarebbe avventuroso e irresponsabile dire quali misure prenderemo se non sappiamo quando ci saranno le condizioni opportune per ritornare a giocare. Il calcio non riguarda solo i calciatori. Ci sono impiegati, dottori e altre persone che torneranno a casa e potrebbero essere infettate. Quando le autorità sanitarie diranno che possiamo riprendere a giocare, dobbiamo assicurarci che sia tutto in regola. Spetta a me la responsabilità di prendere tale decisione. Sarebbe un disastro se tornassimo a giocare e qualcuno venisse infettato dal Coronavirus. Sarebbe irresponsabile da parte mia".

Nelle ultime settimane in Argentina è stata presa fortemente in considerazione l'idea di annullare le retrocessioni e dunque di ammettere 30 squadre nella massima serie per la prossima stagione: "Bisogna considerare anche l'aspetto economico, cui futuro sarà molto difficile. I presidenti possono decidere di accettare questa proposta e non avere comunque un calo economico. Potrebbe essere un'alternativa, ci stiamo lavorando. Se giochiamo senza retrocessioni per due anni, perché dovrebbero esserci le promozioni? I dirigenti si stanno consultando, hanno differenti opinioni. Comunque è presto per prendere decisioni. Dobbiamo dare priorità alla vita, che deve venire prima dell'economia. Se dovessimo giocare a porte chiuse, senza pubblico, la situazione non cambia e le persone hanno bisogno di mangiare. Ascolto tutte le opinioni, sono preoccupato per quello che verrà. Non vivremo allo stesso modo, non saremo in grado di spendere come prima. Non sappiamo quando finirà la pandemia, è preoccupante. Dobbiamo avere la maturità necessaria per prendere le decisioni adeguate".