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AIA, Nicchi avverte: “Non manderemo arbitri allo sbaraglio. Taglio stipendi? Ecco cosa penso”

Il presidente dell’AIA, Marcello Nicchi, dice la sua in merito alle conseguenze che il Coronavirus può avere sul lavoro degli arbitri

Mediagol22

Coronavirus, calcio e... arbitri.

L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID-19 sta avendo serie ripercussioni sul mondo dello sport, che in Italia e non solo ha dovuto decretare la sospensione di tutti i campionati. Società, atleti ed anche arbitri, dunque, stanno facendo i conti con l’esigenza di riorganizzare i propri programmi, anche a livello economico, in vista di una eventuale ripresa.

Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, ha detto la sua in merito alle conseguenze che l’epidemia sanitaria può avere sulla categoria: “Io credo che prima di parlare di sensazioni e prospettive a breve lungo termine bisogna guardare al presente e alla battaglia che stiamo combattendo contro il Coronavirus. Gli arbitri sono persone di regole, come sempre rispetteremo le disposizioni governative e della Federazione. Nella drammaticità del momento continuiamo a lavorare sulla ripartenza, ma il quando non dipende da noi. Noi siamo pronti a riaccendere il motore ma certo non possiamo mandare arbitri allo sbaraglio a rischiare la vita. Servono garanzie per tutti, anche per noi. Taglio stipendi? Parleremo di tutto al momento opportuno, al momento queste sono cose futili. Se il campionato riparte ci saranno delle cose da fare, se non riparte serviranno altre misure. Noi faremo la nostra parte. Se verrà chiesto un sacrificio agli arbitri di vertice sotto contratto, sicuramente ne parleremo con la Federazione. Siamo professionisti sotto ogni punto di vista, non lesiniamo sulla settimana o sul mese. Come arbitri ci stiamo muovendo anche sotto il profilo della beneficenza ma lo stiamo facendo in grande silenzio“.