"La Juve aveva deciso di mandarmi a giocare in Eccellenza. Non avevo la patente, non avevo mezzi per muovermi".
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Sorrentino: “La Juve mi bocciò, chiuderò la mia carriera al Chievo. Col Crotone peggiore partita da quando sono qui”
Le parole del portiere del Chievo che si racconta a pochi giorni dal match contro la Juventus.
Così Stefano Sorrentino, portiere del Chievo, si proietta alla prossima sfida in campionato: domenica, alle ore 15, i clivensi ospiteranno al Bentegodi i bianconeri di Massimiliano Allegri. "Per fortuna poi mi chiamò Gabetto del Torino. Mi volevano da loro. La Juve mi mollò. E quella bocciatura in bianconero si rivelò essere una grande fortuna per me. Affrontare la Juve è sempre speciale? Sì, considerato che ho il cuore Toro che batte dentro al petto - prosegue l'ex estremo difensore del Palermo a l'Arena -. Dobbiamo essere perfetti contro i bianconeri. E sperare che la squadra di Allegri giochi al Bentegodi come abbiamo fatto noi contro il Crotone".
"Che cosa è successo all’ultimo Chievo di Maran? Abbiamo sbagliato atteggiamento. E non deve accadere più. Perché ci sta di perdere ma non in questo modo. Ora ci riprendiamo e ripartiamo subito. La sconfitta di Crotone deve servirci come lezione - dice Sorrentino -. Perché è andata così? Il Crotone aveva più fame di noi. In campo eravamo scarichi. Credo di avere vissuto la peggiore partita da quando vesto la maglia del Chievo".
La Juve sembra non essere imbattibile. "La Juve è una squadra di campionissimi. Da tempo detta legge in Italia. E pure in Europa sa farsi rispettare. Cos’ha Higuain di diverso dagli altri? Lui, come Del Piero, Totti e Ibrahimovic, inventa cose che non riescono agli altri. Vince le partite da solo. Vede la porta anche dando le spalle al portiere avversario. Quando una palla sembra persa per tutti, lui te la mette all’incrocio dei pali. Mi fece gol anche quando era appena arrivato al Real Madrid e io ero al Recreativo Huelva". A Sorrentino viene dunque chiesto della scelta del Pipita.
Da Napoli alla Juve, lei avrebbe fatto come El Pipita?
"Non giudico gli altri, non conoscono le dinamiche. Posso dire che a gennaio l’Hellas mi aveva cercato. E io non potevo andare perché dovevo riconciliarmi definitivamente con il Chievo: la mia volontà è sempre stata quella di tornare e chiudere la carriera in gialloblu. Quando sono ritornato, dopo Palermo, mi sembrava di non essere mai partito. Le stesse persone, gli stessi".
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