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Sorrentino fa 40: “L’età è solo un numero su un documento. Ricordi? Quanto rosicavo con Miccoli, quello scherzo di Lafferty…”

Sorrentino fa 40: “L’età è solo un numero su un documento. Ricordi? Quanto rosicavo con Miccoli, quello scherzo di Lafferty…”

L'ex Palermo non si pone limiti, la testa è già rivolta al match numero 400 in A e al record di Ballotta

Mediagol23

La carta d'identità dice che oggi sono 40, ma Stefano Sorrentino non sente il peso degli anni ed in campo sta vivendo una seconda gioventù.

Decisivo con le sue parate, l'estremo difensore di Cava de' Tirreni entra oggi ufficialmente negli "anta", quell'età che dal punto di vista calcistico diventa sempre più un obiettivo da raggiungere in campo per dimostrare che il calcio non è solo per i giovani. Il peso dell'esperienza fa la differenza, con la maglia del Palermo Sorrentino è stato uno dei trascinatori verso la promozione e da capitano è sempre stato capace di spronare la squadra a fare sempre meglio, col ritorno al Chievo il copione non è cambiato e le sue parate si sono sempre rivelate di fondamentale importanza per aiutare i clivensi a raggiungere la salvezza.

Nel giorno dei suoi 40 anni, il numero 70 del Chievo si è concesso ad una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "L’età è solo un numero su un documento, il motore di tutto è la testa: se regge quella, il fisico la segue. Quagliarella lo conosco, ci ho giocato insieme e da avversario mi ha fatto tanti gol, e quello che sta facendo solo a pensarci mi emoziono. Un mito, come Federer: passano gli anni e restano ad alti livelli. Per me ci sono tante partite, e la testa è ancora quella dell’inizio. Mi emoziono per una parata e mi incazzo per una sconfitta... sono ancora incazzato per la partitella persa in allenamento mezz’ora fa. Ma non mi piace guardarmi indietro, lo farò il giorno in cui smetterò. Ballotta in A a 44 anni? Bravo lui, io continuo. Tempo fa dicevo che volevo arrivare a 40 anni in A e ce l’ho fatta, il prossimo obiettivo sono le 400 partite in massima serie e non me ne mancano tante. Se le supero, magari andrò anche a prendere Ballotta...".

Tra i ricordi indelebili del classe '79 non possono mancare quelli che lo hanno visto protagonista in campo e fuori, tra tutti il giorno del suo ingresso nel mondo del calcio con la convocazione di mister Lippi per Juventus-Lazio di Coppa Italia nel '98: "Ha presente il vinci-campione, quel concorso delle merendine che ti faceva passare un giorno col tuo giocatore preferito? Ecco, fu come averlo vinto. La mattina appuntamento a colazione alle 8.30, alle 8 ero già ad aspettare. Salgo sul pullman e sto in piedi, mai avrei voluto occupare il posto di un big. Poi Peruzzi, che conoscevo perché lo allenava mio padre, fa: “Che fai? Vieni qua”. Uguale a tavola: arrivo primo, poi aspetto col piatto in mano un cenno di Angelo. Alla fine giocò lui infortunato, ero il primo cambio. Ma da qual- che parte ho una foto di quella panchina: siamo io, Davids, Inzaghi, Zidane...".

Non manca anche un ricordo di Palermo e degli anni in rosanero, con due giocatori in particolare pronti ad "infastidire" l'estremo difensore: "Io mi lavo i denti sotto la doccia, e con Lafferty a Palermo compravo uno spazzolino al giorno. Appena lo mollavo lo prendeva e o se li lavava lui, o ci palleggiava, o se lo passava addosso. Un attaccante che mi ha fatto penare? Rosicavo un sacco con Miccoli, non gli ho mai parato un rigore. Ora invece c'è El Shaarawy che mi fa sempre gol. Gliel’ho detto qualche settimana fa, ci siamo fatti una risata".

"Alla mia età la continuità tiene attivi, un ruolo alla Buffon potrebbe “spegnermi”. Quando smetto mi vedo dirigente o commentatore tv. L’allenatore no, troppo stress: devi gestire 30 teste, già faccio fatica con 4 figlie- ha ammesso Sorrentino-. La mia futura moglie è celiaca come la mia ultima figlia, come loro mangio senza glutine e sto attento all’alimentazione. Però una volta a settimana mangio fuori e mangio: vino, dolce, tutto. A fine anno vedremo cosa sarà meglio per tutti. Vedremo anche la categoria: finché l’aritmetica non ci condanna io ci credo. Il mio futuro ora è la partita col Cagliari".