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Giaccherini a 360°: “L’Europeo, la Juventus e il mio rapporto con Conte, vi dico tutto. Napoli? Non è dipeso da me”

L'ex fantasista di Juventus e Napoli, Emanuele Giaccherini, si racconta a tutto tondo: dagli albori al successo con la Juventus, e non solo...

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A 35 anni appena compiuti, Emanuele Giaccherini vuole ancora continuare a divertirsi e a divertire.

La carriera di Giaccherinho - nativo di Talla, provincia di Arezzo, in Toscana -è la metafora perfetta di come la volontà e la tenacia possano portarti lontano: dalla C2 alla SerieA, passando per la Premier League e l'Europeo 2016 vissuto da grande protagonista. Adesso, invece, testa e cuore per il suo Chievo Verona.

L'ex Sunderland e Cesena, intervenuto ai microfoni di 'GianlucaDiMarzio.com', si è raccontato in lungo e in largo: dai tanti successi con la maglia della Juventus alla parentesi infelice al Napoli, non dimenticando il grande e forte legame con Antonio Conte.

IL DURO INIZIO - "A quindici anni ho avuto un grave infortunio, mi hanno asportato la milza per uno scontro con un portiere. Rischiai anche la vita per un’emorragia interna. Mi ha segnato la vita, ma non mi ha impedito di continuare il mio sogno. Sono partito dalla C2per arrivare in Serie A, Nazionale, Juventus e Premier League. Mi sono conquistato tutto sul campo, arrivando con umiltà a giocare con dei mostri del calcio. La mia è una storia che pochi realizzano, è molto più facile nascere e restare in una categoria. Io invece ricordo sempre da dove sono venuto: la Serie C mi ha dato la spinta per crescere”.

LE VITTORIE CON LA JUVE - "Il passaggio alla Juventus? Vi racconto tutto. Era l'estate del 2011 e io avevo un accordo per il rinnovo con il Cesena e anche la Fiorentina era molto interessata. La Juventus era di ritorno dall’America e Paratici disse a Furio Valcareggi, il mio procuratore: ‘Mi raccomando non firmate nulla che a fine agosto lo prendiamo noi". Così fu. Pensavo fosse uno scherzo, anche se speravo nel grande salto. A Vinovo nello spogliatoio avevo il posto di Nedved, accanto a Del Piero. Non dimenticherò mai il suo benvenuto: ‘Se sei qui, è perché lo meriti’. Ho dovuto dimostrare di essere da Juventus, ogni anno ho superato un ostacolo”.

IL RAPPORTO CON CONTE -"Antonio? Per me è stato decisivo, mi voleva già ai tempi del Siena. Alla Juventus mi ha trasmesso la sua mentalità vincente, quando sono andato in Inghilterra era il più triste. L’Europeo del 2016 è stata una delle esperienze più belle in carriera, ce la siamo giocata a viso aperto con tutti. In campo rappresentavamo il popolo italiano e, pur non essendo favoriti, abbiamo creato un gruppo fantastico. Non avevamo grandi nomi come nel 2006 e nel 2012, però grazie al mister eravamo squadra. È stata un’esperienza indimenticabile. Il gol al Belgio è stato un altro sogno realizzato, così come il gol lampo ad Haiti e quello al Brasile".

LA PARENTESI PARTENOPEA - "Napoli è il mio grande rimpianto. Non sono riuscito a dare il mio apporto, ma non è dipeso solo da me. Ho avuto poche opportunità, ringrazio tutti i tifosi: sono persone fantastiche, è stata una delle città dove sono stato meglio. Mi hanno fatto sentire uno di loro. Napoli rimarrà un pezzo del mio cuore".