"Sono appassionato di cinofilia, i cani da caccia. Questo mi aiuta molto, perché mi dà la possibilità di scaricare la tensione. Sei sempre sotto pressione, hai bisogno di qualcosa che ti permetta di rilassarti. Però mi aiuta anche sotto un altro aspetto: noto le differenze di un galoppo tra un cane e l’altro, questo mi ha dato anche la capacità di valutare la coordinazione, l’equilibrio, la tecnica, la classe di un calciatore". Lo ha raccontato Vincenzo Vivarini, intervistato ai microfoni di "Gianlucadimarzio.com". Diversi i temi trattati dal tecnico del Catanzaro, squadra-rivelazione di questo avvio di campionato in Serie B.
CATANZARO
Catanzaro, la ricetta di Vivarini: “Umiltà e concentrazione. La svolta col Palermo”
LA SCELTA -"Catanzaro? Avevo altre possibilità, ma dopo l’ultima esperienza alla Virtus Entella sentivo l’esigenza di avere dei giocatori che si adattassero alle mie idee di gioco. Quando mi ha chiamato il Catanzaro ho capito che potevo realizzare il lavoro che avevo in mente. Quando sono arrivato ho trovato una squadra con una mentalità diversa rispetto alle mie idee. E quando sei in queste situazioni non puoi entrare a gamba tesa: ho lavorato facendomi apprezzare per le mie idee. Credo molto nel lavoro, per questo sono convinto che per attuarlo ci voglia del tempo. Abbiamo assecondato le qualità positive che la squadra possedeva, ma la svolta è arrivata dalla partita col Palermo (0-0 al Ceravolo). Siamo arrivati secondi, poi il i playoff e alcuni episodi ci hanno penalizzato. Ma abbiamo avuto la capacità di accettare tutto anche dopo la sconfitta di Padova. Lì è nata la cavalcata dell’anno scorso", ha proseguito.
IL MERCATO -"Una squadra per avere dei risultati deve avere dei giocatori che mettano in pratica ciò che dice l’allenatore. Io avevo un gruppo che era stato la miglior difesa nella stagione precedente. Andavano solo inseriti i tasselli giusti che completassero il tutto. Il mercato vero lo abbiamo fatto a gennaio del 2022: sono arrivati Sounas, Iemmello, Biasci. Giocatori che ci hanno dato quello spessore tecnico per poter lavorare in un certo modo. In estate poi abbiamo inserito giocatori di livello assoluto. Uno come Brighenti ad esempio: non è stato scelto perché forte come difensore, ma perché adatto a sviluppare il nostro gioco. Stesso discorso per Ghion, trattato già a gennaio. Serviva uno con le sue capacità tecniche. Non guardo mai la classifica, mi piace vivere al presente. Lo scorso anno siamo partiti decisi, abbiamo fatto tesoro di pareggi come quello di Cerignola, ad esempio, che ci ha dato una forza incredibile. Abbiamo avuto sempre la consapevolezza di essere forti".
OBIETTIVI - "Questa è una città particolare. Divisa su tutti i fronti, ma che trova unità nella squadra di calcio. C’è un’integrazione pazzesca tra le due componenti. Lo si vede giornalmente, questo ti suscita l’attaccamento alla maglia dandoti motivazioni altissime. Sono molto concentrato sulle cose che non vanno bene. Le difficoltà quest’anno si sono quadruplicate perché trovi squadre forti e consolidate nella categoria. Bisogna tenere alta la concentrazione, perché se pensiamo di avere un obiettivo facile abbiamo sbagliato tutto. Affrontiamo il campionato con umiltà, con armi che avevamo ma che ora non bastano. Speriamo di riuscire a continuare con questo trend di risultati che ci permetterebbe di far felice un’intera regione. Perché tutta la Calabria tifa Catanzaro", ha concluso Vivarini.
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