Direttore sportivo dal lungo curriculum, Danilo Pagni, la cui carriera manageriale ha avuto il suo apice nella stagione 2017-2018 quando diventa collaboratore dell’area tecnica del Milan. Di recente dirigente di Viterbese e Ternana, passando per le esperienze vissute al ChievoVerona di Campedelli, Pagni si è reso protagonista di alcune remuntade storiche. Il dirigente classe 1975, ex tra le altre della prima Salernitana dell'ormai ex patron ClaudioLotito, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com per un commento sui temi caldi che riguardano il campionato di Serie C. Dal calciomercato di Lega Pro al caso Catania, passando per il ritorno di Silvio Baldini sulla panchina del Palermo dopo diciotto anni. Di seguito le dichiarazioni del manager calabrese.


L'EX MILAN E SALERNITANA
Serie C, Pagni: “Catanzaro, che colpi! Baldini al Palermo? Dico la mia, a Catania…”
Danilo Pagni, ex dirigente di Milan e Salernitana - tra le altre -, affronta diverse tematiche in chiave Serie C. Dal problema Covid-19 al calciomercato di Lega Pro, passando per il ritorno di Silvio Baldini al Palermo e il caso Catania
SPETTRO COVID-19 IN SERIE C- "Siamo in una fase epocale, nella quale i parametri economici e tecnici sono cambiati. Nonostante le iniziative fatte, le società sono in grandissima difficoltà. In Lega Pro c'è un grave problema economico e non si risolverà fino a che non si riscriveranno le regole. Le proprietà devono essere scremate, fuori dal tempio gli avventurieri e i fachiri. Chi acquisisce un club deve avere rispetto per la città, per la provincia e per i dipendenti, perché c'è gente che vive solo di calcio. I presidenti hanno bisogno di iniezioni di liquidità, di essere supportati. È un sistema che ormai si regge sulla legge Melandri, sul minutaggio e sugli sponsor. È un sistema in default. Mancando la C2, uno step tecnico importante, il livello dello spettacolo si abbassa. Serie C sembra sull'orlo del baratro? Mi ripeto, bisogna riscrivere le regole, cercare di abbassare la tassazione e trovare gli strumenti giuridici ed economici affinché i proprietari possano attingere a liquidità. Altrimenti è un sistema fallimentare. Il fatto di non aver pagato i contributi fino adesso è un vantaggio, ma domani sarà un problema. Adesso è tempo di ispezioni Covisoc, le società dovranno ricapitalizzare e pagare i contributi.
CALCIOMERCATO - "Mercato senza colpi eclatanti? In questo momento il segnale fortissimo lo ha dato secondo me il Catanzaro. Nonostante sia a 12 punti dalla vetta, andare a prendere Sounas, trattare Iemmello e altri, fare contratti pluriennali, significa che la proprietà rilancia. Questa è linfa per il calcio, un bene prezioso per i tifosi. Il Catanzaro ha dato così anche una proiezione per il futuro, per la prossima stagione, qualora non riesca nel salto di categoria quest'anno. L'Avellino sta cercando di inserire quei due o tre elementi che possano spostare ulteriormente gli equilibri, altrimenti per le sue potenzialità sta facendo un buon campionato. Il Bari sta cercando invece di razionalizzare la rosa? Quando si opera in una squadra come Bari, nella quale si eredita quanto fatto negli anni passati, non è facile. L'obiettivo come tutti è quello di allegerire il monte ingaggi. Il direttore Polito è al lavoro in questo senso, ha ereditato questi contratti e non sarà facile, ma sono sicuro che ci riuscirà".
PALERMO E BALDINI 2.0 -"Occasione di riscatto per il tecnico dopo la precedente esperienza? Non mi faccio suggestionare dai nomi delle piazze, verso le quali ho grande rispetto. Quando si parla di Palermo, Catania, Taranto, eccetera, il blasone, con tutto il rispetto, non è proporzionale al valore tecnico. Hanno responsabilità molto superiori al blasone, si creano delle aspettative molto superiori alla normalità. Baldini è un tecnico che ha un suo modo di essere, preparato e originale. In campo non va il blasone ma i valori tecnici. La Serie C si è abbassata come valore, non c'è più la C2 né grandissime proprietà, oltre al Covid-19. Si creano aspettative eccessive legate al blasone attorno a giocatori normali".
CASO CATANIA - "Se una società presenta le liberatorie, una fideiussione genuina, ma ha milioni di euro di debiti, si parte già con il piede sbagliato. Adoro la piazza di Catania, ho tanti amici e addetti ai lavori che sento continuamente. Quando il Catania fallì tanti anni fa fu la sua fortuna. Se riusciranno a salvare la società saranno degli eroi, ma a volte passare dal purgatorio per poi tornare in paradiso, come successo allo stesso Catania, al Messina, alla Salernitana, al Parma, non sarebbe male. Fermo restando che auguro al Catania di salvarsi. Ma non è normale iscriversi con milioni di euro di debiti".
Le dispiace che Lotito abbia venduto la Salernitana? Lei fu il primo direttore generale granata sotto la sua presidenza.
"A Salerno siamo partiti senza una sede, senza un campo d'allenamento e con il materiale sportivo risicato. Nel libro che hanno scritto sulla Salernitana hanno ripreso uno slogan: la via del San Paolo non è così lontana. Fui ottimo profeta. Come lo fui a Gallipoli, quando dissi che il Via del Mare era vicinissimo. E ci fu il derby in B tra Gallipoli e Lecce. Me lo sentivo perché c'era una piazza importante, una società importante e la Serie A a Salerno era l'obiettivo. Chi l'ha presa ha fatto un affare e chi l'ha ceduta ci ha perso. Sono partito dalla Serie D senza un ufficio con il direttore sportivo Susini, con un addetto stampa alle prime armi, un segretario bravo ma giovanissimo e un magazziniere alla prima grande esperienza che rompeva sempre il furgone".
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