IL DERBY

Catania-Palermo 2-0: Moro fa il bis, i rosa steccano il derby e chiudono in nove

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PRIMO TEMPO - Scelte da derby. Catania e Palermo si affrontano allo stadio "Massimino" in una gara attesa e dai risvolti non soltanto campanilistici.

Compagine di Filippi che viaggia con il vento in poppa e punta ad insidiare il primato del Bari, Catania che tiene botta e sogna il rientro in zona playoff nonostante le gravi criticità societarie. Il tecnico rosanero conferma l'ormai solito 3-5-2 ma regala almeno un paio di sorprese nella composizione dell'undici iniziale. Davanti a Pelagotti, linea difensiva formata da Buttaro, Marconi e Crivello, Accardi e Valente a fungere da esterni alti sulle corsie.

De Rose polo in zona nevralgica con Odjer e Dall'Oglio nel ruolo di intermedi. Filippi opta in avanti per i centimetri e la fisicità di Soleri al fianco del bomber Brunori.

Catania che si schiera sul rettangolo verde con un 4-3-3 piuttosto elastico. Stancampiano tra i pali,  Calapai,  Claiton,  Monteagudo e  Pinto a formare la linea difensiva,  Rosaia,  Maldonado e Greco in mediana,  Biondi e Russini a supporto di Moro nel tridente offensivo.

Partenza tambureggiante ed aggressiva di marca etnea: intensità, pressing alto e gran ritmo nello sviluppo della manovra, il Palermo stringe i denti e si difende con ordine ed un pizzico di affanno. Forcing in avvio del Catania che si dipana in ampiezza, con gli esterni bassi, Calapai e Pinto che spingono forte,  creano superiorità sulle catene laterali e mettono vari traversoni interessanti in the box. Dopo una decina di minuti complicati, il Palermo prende le misure ed alza il baricentro, sciogliendosi dall'iniziale torpore. Grande vis agonistica e vigoria da derby su entrambi i fronti, ma non si registrano nitide occasioni da rete. Catania che appare più elettrico e reattivo, ospiti lineari ma farraginosi e spesso troppo scolastici nella tessitura del gioco.

L'episodio che rompe l'equilibrio nel punteggio si materializza al minuto ventiquattro: Biondi va giù in area su lieve pressione di Marconi e tocco di Odjer e l'arbitro decreta il calcio di rigore. Moro trasforma con freddezza dagli undici metri spiazzando Pelagotti. 

Smaltito lo shock per l'estemporaneo svantaggio, la compagine di Filippi prova a riordinare le idee. Poco fosforo ed ancor meno creatività in mezzo al campo, De Rose dirige il traffico senza acuti significativi, Odjer è poco lucido ed insolitamente impreciso nella cucitura della manovra. Il Catania pressa forte e ruba spesso la sfera in zona nevralgica,  rendendosi pericoloso ogniqualvolta imbastisce una ripartenza.

Greco lavora un pallone magistralmente sull'out sinistro e crossa  teso, Moro protegge e scarica per il mancino di Russini che sfiora il palo.

Palermo che non riesce a proporsi in maniera armoniosa ed incisiva dalle parti di Stancampiano. Qualche accelerazione interessante, frutto degli strappi di Soleri e della tecnica sullo stretto di Brunori,  che si infrange sul muro della retroguardia etnea. Squadra di Baldini che si distende in modo più fluido ed organico, Biondi salta secco Crivello e chiama Pelagotti ad una parata non banale.  Russini sfiora ancora il bis in chiusura di tempo con un bel mancino in diagonale.

 

SECONDO TEMPO - Filippi prova a dare una svolta tattica instillando una dose di audacia e qualità dalla panchina: fuori Odjer e dentro Silipo, rosanero disposti con il 3-4-1-2. Baricentro più alto e maggiore vivacità nello sviluppo della fase offensiva. Il classe 2001 scuola Roma fornisce subito un quid di estro e brillantezza nell'uno contro uno: sterzata secca e mancino velenoso che impegna Stancampiano.  Altre mosse propositive dalla panchina ospite: Luperini ed Almici rilevano Dall'Oglio e Buttaro. Accardi scala sulla linea difensiva, Almici prende posto sul binario destro, il modulo tattico non cambia. Occasionissima per il pari ospite poco dopo: De Rose trova la testa di Almici che diventa sponda per la splendida conclusione al volo di Soleri, sfera che lambisce il palo a Stancampiano battuto.

Baldini risponde con Provenzano ed Izco in luogo di Greco e Maldonado. Il Palermo spinge e Russini viene tradito dalla foga agonistica: entrata in ritardo su Brunori e secondo giallo: Catania che rimane in dieci uomini.  Baldini getta nella mischia Zanchi per Biondi, Filippi gioca la carta Floriano per Valente e rimodella la squadra: Palermo che propone un 4-2-3-1 per provare a raddrizzare il match. Crivello calcia dal limite ma non riesce ad angolare il sinistro e Stancampiano blocca senza patemi. Grave ingenuità di Almici al minuto ottanta: l'ex Hellas Verona strattona un raccattapalle che indugia nel restituire la sfera: l'arbitro gli mostra il rosso diretto e ristabilisce la parità numerica. Il Catania moltiplica le forze e serra i ranghi, il Palermo detiene il pallino del gioco ma non riesce a fare breccia nella densità etnea.

La partita si chiude di fatto a cinque minuti dal novantesimo: Zanchi vince il duello con Accardi e trova in area Moro: l'attaccante danza tra Marconi e Crivell, si libera in dribbling e incrocia imparabilmente con il mancino griffando il derby. Filippi gioca la carte Fella a partita quasi compromessa.

Il bomber del Catania sfiora anche il tris, bravo Pelagotti a chiudere lo specchio in uscita bassa, il Palermo ha un sussulto in percussione con Silipo che pecca di egoismo e vede murarsi la conclusione mancina. Luperini va in tilt sotto il profilo nervoso e commette un fallo di frustrazione che gli costa il cartellino rosso.  I cinque minuti di recupero sono soltanto il preludio alla gioia della compagine di Baldini che fa suo con merito un derby certamente meglio interpretato rispetto agli avversari.

 

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