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Catania, Ferraù: “Intesa con investitori esteri, pronti a pagare gli stipendi”

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Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Sigi, Giovanni Ferraù, a 48 ore dalla scadenza dei venti giorni dalla messa in mora avviata dai calciatori del Catania

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"Stiamo cercando di accelerare il più possibile per arrivare all’obiettivo necessario del pagamento immediato degli stipendi". Lo ha detto Giovanni Ferraù. A quarantotto ore dalla scadenza dei venti giorni dalla messa in mora avviata dai calciatori del Catania, l'ingresso di nuovi capitali da un fondo inglese, che ha come core business l'energia, potrebbe risolvere il problema stipendi (QUI I DETTAGLI).

"Mercoledì, salvo un ciclone, pagheremo gli stipendi col denaro di Sigi e proveniente da un investitore - ha proseguito il presidente della Sigi, intervenuto ai microfoni della trasmissione Corner, in onda su Telecolor -. Si tratta di una società di investimento estera che agisce nel settore energetico e che ha un progetto sulla carta ambizioso e interessante. Gli investitori non vogliono ancora uscire allo scoperto e quindi manteniamo un certo riserbo. Cercano investimenti importanti in Sicilia, li ho intercettati a inizio ottobre. Sigleremo un accordo di un programma futuro. La squadra va salvata, va preservato l’organico. La riunione che avremo a breve con i soci della Sigi è finalizzata a trovare una soluzione immediata per ottemperare alle scadenze", le sue parole.

Ma non solo; il Tribunale di Catania ha fissato l’udienza prefallimentare della società etnea per le ore 9:00 del prossimo 16 novembre. L'istanza di fallimento sarebbe stata depositata dalla Procura. Nel mirino, le enormi difficoltà da parte di Sigi, attuale proprietà, a ridurre i debiti che gravano sul club rossazzurro ed il rischio di un ulteriore aumento dell'esposizione debitoria dello stesso. "Il Tribunale valuterà l’accordo raggiunto con questi investitori esteri, Sigi si è fatta garante dell’operazione, a costo di rimborsare di tasca propria l’investitore estero. E' una chance che dobbiamo giocarci. È un prezzo che dobbiamo pagare, a costo di buttare 300 mila euro. Pagheremo questi stipendi con denaro in parte della Sigi e in parte dell’investitore estero", ha concluso Ferraù.

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