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Cagliari, Giulini: “Stiamo provando a ripartire. Metteremo in sicurezza i dipendenti, non dobbiamo mandare via nessuno”

Cagliari v Parma Calcio - Serie A

Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, sulla situazione attuale e futura della compagine sarda

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Tommaso Giulini fa il punto della situazione.

Il numero uno del Cagliari ha parlato ai microfoni di Radio Super Sound, in merito a diversi argomenti riguardanti la compagine sarda:

RIPRESA - "Stiamo provando a ripartire fra mille difficoltà, in concomitanza all'andamento del virus, stiamo provando a ripartire e come avrete letto potrebbe essere il 13 giugno la data papabile per la ripresa del campionato sperando che nel prossimo mese la curva migliori ulteriormente e i rischi che non potranno mai essere rischi zero, siano però al minimo indispensabile. Oggi abbiamo un problema con il protocollo che è stato emanato dal governo e al momento è prevista la quarantena di gruppo nel caso di un contagio, è ovvio che non ci permetterebbe a nostro avviso di terminare il campionato entro il 2 agosto poiché qualora ci fossero 2-3 contagiati in una o due squadre, tutto verrebbe bloccato sistematicamente per un paio di settimane. Dato che questo ha buone probabilità di accadere, vorrebbe dire che al 80%-90% non saremmo in grado di terminare entro il 2 agosto, termine ultimo per la Uefa ma anche per il buon senso per terminare la stagione e pensare alla prossima. Ci stiamo provando, serve meno rigidità ed entro nei prossimi giorni si saprà qualcosa in più“.

SITUAZIONE ECONOMICA - "Dobbiamo essere capaci di adeguarci a tutte le situazioni: questa chiaramente è una situazione estrema rispetto ad altre, ma mi è capitato negli anni di vivere delle situazioni complesse da imprenditore e la capacità di adattamento è fondamentale. La priorità è quella di mettere in sicurezza il Cagliari e i suoi dipendenti, cercando di non mandare via nessuno. Sarà difficile rinunciare al nostro meraviglioso pubblico della Sardegna Arena, ma sono tutti scenari da mettere in conto. Vogliamo portare avanti tutto, compreso il progetto per il nuovo stadio, valutando come sempre quali investimenti saranno veramente necessari".

INGAGGI - "Il Cagliari nel panorama calcistico italiano è una società che può rimanere sempre in Serie A, indipendentemente da chi la gestisca. Con una buona organizzazione potremmo essere più bravi, con l’ambizione di essere sempre nei primi 10 posti che per noi attualmente significherebbe vincere uno Scudetto. Senza un salary cap non sarà mai possibile qualcosa di diverso, poi è ovvio che capita la stagione magica come è capitata al Cagliari in tempi diversi o all’Atalanta di ora e adesso penso che possa anche aspirare a vincere lo Scudetto ma come qualcosa che accade ogni 30 anni. Però si tratta di qualcosa di unico: per pensare di poter competere per qualcosa di più grande, tra le prime 5 diciamo, l’unica soluzione per società ora più piccole è il salary cap".