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Viviano-Mediagol: “Mihajlovic? Gli hanno detto che ero una testa di ca**o! Tutto sul Milan e Giampaolo, De Zerbi è da top club”.

L'intervista esclusiva concessa da Emiliano Viviano, ex Inter, Fiorentina, Sampdoria e Sporting Lisbona, alla redazione di Mediagol.it

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Maglie prestigiose e blasonate,  intrise di storia, blasone, tradizione.

Inter, Fiorentina, Bologna, Palermo, Sampdoria, Genoa, Sporting Lisbona. Questi sono soltanto alcuni dei club in cui ha militato, nel corso della sua brillante ed intensa carriera, Emiliano Viviano. Elasticità e reattività non comune tra i pali, una fisicità imponente a copertura della porta, ottimi fondamentali ed una cospicua dose di coraggio. Attitudini ideali per consacrarsi un portiere di assoluto livello, nell'ambito di un percorso avversato da una serie di significativi infortuni che gli hanno tarpato le ali condizionandone il rendimento. La Nazionale azzurra parentesi magnifica ma probabilmente troppo breve in relazione alle sue potenzialità. L'ipotesi sfumata qualche settimana fa di un suggestivo  ritorno all'Inter, con il club nerazzurro che aveva pensato al classe 1985 per completare la rosa dei portieri a disposizione di Antonio Conte dopo l'infortunio di Handanovic. Oggi l'ex Sampdoria, Brescia ed Arsenal è svincolato dopo l'esperienza alla SPAL, in attesa di un nuovo e stimolante progetto tecnico che lo intrighi sul piano professionale.Tanti i tecnici di alto lignaggio con cui Viviano ha condiviso significativi trascorsi nel suo percorso agonistico nel mondo del calcio. Il portiere toscano traccia alcuni ritratti particolarmente dettagliati e significativi nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.

"Siniša Mihajlović? Ho tanti aneddoti su di lui, perché una delle persone che stimo più in assoluto ed è uno dei pochi a cui non so dire mai di no. Ho anche discusso con lui perché abbiamo molte similitudini caratteriali: c' è da premettere non ho una grandissima nomea tra gli allenatori, perché mi ritengono un personaggio piuttosto scomodo. La prima volta che ci siamo visti mi ha detto "Mi è stato detto da tutti che sei una grandissima  testa di ca**o! Ecco perché ti ho voluto subito con me". La grandezza del suo personaggio si manifesta e descrive da sola.  Chiariamo, nel corso della mia carriera io tante volte ho sbagliato ma l'importante è capirlo ed ammetterlo. Non piego facilmente la testa.  Se ho avuto modo di sentire i giocatori della Sampdoria attualmente positivi al CoVid-19? Per quello che so, stanno tutti bene, anche il medico sociale, suo malgrado, coinvolto in questa faccenda che poteva destare più preoccupazione visto che è stato ricoverato e  data la sua età, ma fortunatamente è stato dimesso.  Anche Vlahovic della Fiorentina sta bene e non ha sintomi ma, suo malgrado, potrebbe inconsapevolmente essere veicolo del virus. Proprio questo è il nocciolo della questione, l'aspetto fondamentale che la gente deve capire. Bisogna aspettare che tutto passi e pregare. Tutte le preghiere vanno rivolte anche alle persone affinché rispettino le norme comportamentali imprescindibili per ridurre il rischio di diffusione del virus . Il flop di Marco Giampaolo al Milan?  Quando decidi di puntare su di lui acquisti il pacchetto completo. Vale lo stesso discorso che ho fatto per Maurizio Sarri: è un allenatore che cambia la mentalità della squadra e ci vuole l'organico disposto a farlo ed il club pronto a carpire tempi e modalità. Non è facile ottenere subito i risultato. Nelle prime giornate alla Sampdoria abbiamo giocato un derby che valeva la sua permanenza in panchina, se non avessimo vinto probabilmente sarebbe stato esonerato. Dopo è rimasto ed ha continuato il suo lavoro costruendo due anni calcisticamente magnifici. Il Milan o non ha avuto pazienza o non ha gradito delle scelte. Pioli, invece, è più malleabile e non ha difficoltà a cambiare modulo di gioco e a capire i giocatori. Giampaolo fa il suo calcio e gli riesce benissimo, non scende a compromessi, né è disposto a  cambiare le sue idee. Ci si immerge in un processo ambizioso e lungo in cui bisogna avere pazienza.  Cosa c'è di nuovo in Serie A? Il mio amico De Zerbi è un allenatore che avrà un prosieguo di carriera fantastico. Sta cercando con la sua filosofia di gioco e le sue idee di trasportare il calcio italiano verso una dimensione più europea. Credo che negli ultimi anni ci sia stato un cambiamento clamoroso: ad esempio il Lecce, che a livello di organico è una delle meno attrezzate, gioca a calcio in modo arminioso, corale e propositivo, se la gioca con tutti alla sua maniera; anche la SPAL con Semplici e Di Biagio; il Parma da due anni tiene botta. Ma su tutti mi piace De Zerbi che ha a disposizione una squadra di talento, il Sassuolo che gioca davvero bene: Roberto deve soltanto limare qualcosa a livello di malizia e di continuità ma lo vedo in prospettiva pronto per un top club".