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Barcellona, Bartomeu: “Ecco perché non mi sono dimesso. Koeman, le cessioni e il futuro di Messi…”

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Il presidente del Barcellona sulla grave crisi del club

Mediagol52

La rivoluzione del Barcellona parte da un leader indiscutibile.

La clamorosa sconfitta subita in Champions League contro il Bayern Monaco, che ha realizzato otto reti, non poteva non avere effetti immediati e forti dal punto di vista simbolico. Il primo a saltare è stato il tecnico Quique Setién, che sarà sostituito da Ronald Koeman, e anche a livello dirigenziale sono stati attuati grandi cambiamenti: oggi ad esempio, è stato licenziato anche Eric Abidal.

Oggi il presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, ha tenuto una lunga conferenza stampa per rispondere alle domande dei cronisti e analizzare la grave crisi che sta affrontando il Barcellona:

"Sono preoccupato, stiamo pensando alle misure che possiamo prendere per ribaltare la situazione intorno alla squadra. Addio Abidal? È stata una suadecisione. Apprezzo il lavoro che ha svolto negli anni. Non abbiamo voluto dimetterci perché LaLiga inizia tra cinque settimane ed è necessario prepararsi. Non abbiamo voluto anticipare le elezioni a causa della pandemia. Nell'Assemblea di ottobre chiuderemo i bilanci. Il 15 marzo potrebbe esserci un nuovo presidente. La cosa più semplice sarebbe stata dimettersi adesso. Siamo di fronte a una crisi sportiva, non istituzionale o di società. Ci sono giocatori che dovranno partire, altri che arriveranno con entusiasmo. A livello istituzionale, societario ed economico siamo in una buona situazione".

Sugli effetti dello stop causa pandemia di Coronavirus: "Ha colpito le nostre vite e ovviamente anche il Barça. Questo consiglio di amministrazione deve prendere le decisioni giuste, abbiamo un piano. È necessario, nostra responsabilità, reindirizzare il club verso il futuro. Abbiamo un notevole margine a livello economico. Quest'anno, da marzo, il club ha perso circa 200 milioni di euro di guadagni. La stagione comincia tra poco e abbiamo la responsabilità di presentare un bilancio in pareggio, senza perdite. Abbiamo una sfida molto importante, sia a livello sportivo che nell'affrontare la pandemia".

"Abbiamo tutti la stessa responsabilità" - continua il numero uno del Barcellona - "Il risultato molto negativo di Lisbona ci rende tutti responsabili. Ho sempre detto che è stata presa una decisione importante dopo il Liverpool, per vedere se il club aveva bisogno di una rivoluzione. Ho deciso di scommettere su Valverde e questi giocatori. In quel momento ho deciso di rinnovare la fiducia, la rivoluzione fu rimandata. Non è stata una decisione corretta".

Nonostante non ci sia ancora l'ufficialità, Ronald Koeman sarà il nuovo allenatore dei bluagrana: "Se non ci saranno novità nei prossimi giorni, Koeman prenderà le redini della squadra. Lo abbiamo scelto per la sua esperienza, per la sua filosofia, conosce il club. Perché non è arrivato a gennaio? Abbiamo parlato con diversi tecnici. Aveva un impegno con l'Olanda, mancavano pochi mesi all'Europeo. Non poteva lasciare l'Olanda senza un CT. È stato il primo che abbiamo contattato. Ora ci ha detto che l'Europeo è molto lontano e che può lasciare, per lui è un sogno. Il potere dello spogliatoio? Tutti ce l'hanno, è normale. I giocatori sono l'asse centrale attraverso il quale il club lavora. Questa generazione ha vinto titoli senza sosta. Sono stati fantastici, ci siamo divertiti molto ed è per questo che meritavano un'altra possibilità. Non voglio parlare male di nessuno, bisogna elogiare questi ragazzi, che hanno creato il miglior club del mondo. Sono gli artefici di tutto questo".

Successivamente Bartomeu ha risposto ad alcune domande relative al calciomercato, sia in entrata sia in uscita: "Arthur? Non vorrei concentrarmi su di lui perché fa già parte di un altro club. Non è stato bravo a non tornare dalle vacanze. Può essere criticato, c'è un procedimento aperto. I giocatori sono responsabili delle loro azioni. Abbiamo avuto offerte per Ansu Fati, ma il Barça non vuole vendere giocatori. Non vogliamo venderlo. Ha un grande futuro, è incedibile. Neymar? Il PSG non lo mette in vendita, è normale. Il Barça non vuole vendere Ansu Fati, gli altri club fanno lo stesso. Lautaro Martinez? Abbiamo parlato con l'Inter prima dello stop. Abbiamo interrotto i colloqui quando sono tornate le competizioni. Parleremo con il nuovo tecnico per capire la sua visione per il futuro".

Infine il presidente ha fatto chiarezza sul futuro di Lionel Messi: "Vuole finire la carriera al Barça. Per Koeman è il pilastro fondamentale del progetto. Ha un contratto fino al 2021 e sa che c'è un nuovo progetto, un nuovo allenatore. Non ho dubbi. Adesso siamo tutti delusi, ma la novità ci darà coraggio. Non ho parlato con Messi, solo con suo padre. Messi è deluso, come tutti. Dobbiamo essere ottimisti. Abbiamo dovuto piangere per un giorno o due, ma ora dobbiamo rialzarci. Mi sono attivato subito per cambiare la situazione. La prima cosa che dovremo fare è parlare con i capitani. Quando Koeman sarà ufficialmente il nostro allenatore, chiamerò tutti e da qui inizierò a progettare la prossima stagione. Ho parlato con il padre di Messi, con gli agenti di alcuni giocatori. Capiamo come si sentono. Il nuovo ciclo avrà lo stesso leader del precedente, Leo Messi. All'interno di questa era ci sono cicli diversi. Forse ora ne inizia un altro, ma sempre all'interno dell'era Messi. Il padre di Leo? Ho parlato con lui e altri agenti. Mi ha detto che c'è una profonda delusione, sia da parte di Leo che da parte di tutti i giocatori. Adesso dobbiamo cambiare mentalità e ripartire con grande forza".