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Avellino-Palermo 1-0: la papera di Pelagotti condanna i rosa alla sconfitta! Banda Boscaglia non pervenuta, caos e sterilità al “Partenio”

Mediagol8

PRIMO TEMPO -  Attualmente fuori dalla zona playoff, il Palermo prova a rientrarvi portando punti in dote dalla difficile trasferta contro l'Avellino.

Boscaglia conia per l'occasione un 4-3-3 non privo di alcune sorprese in materia di scelta degli interpreti. Il tecnico rosanero è costretto a rinunciare al bomber più prolifico in seno alla sua rosa: Lorenzo Lucca salta il match del Partenio in quanto squalificato dal giudice sportivo. Pelagotti tra i pali, Accardi e Doda esterni bassi con Palazzi e Somma coppia di centrali difensivi. De Rose, Broh e Luperini in zona nevralgica, Kanoute e Valente larghi in un tridente che ritrova Saraniti terminale offensivo di riferimento. Doda adattato a sinistra e preferito al veterano Crivello, Broh conquista una maglia da titolare in luogo di Odjer, da sempre in cima alle gerarchie di Boscaglia nel reparto.  Queste le principali novità proposte dall'ex tecnico di Brescia e Trapani rispetto alle tendenze consuete nell'undici iniziale.

Terreno reso particolarmente viscido e pesante dalla pioggia. Condizioni del rettangolo verde complesse che esaltano la vis agonistica del match.

Le due formazioni si affrontano fin da subito con grande piglio, senza ricorrere a particolari alchimie conservative.  La sfera muta spesso e volentieri giri e dosaggio delle traiettorie in virtù del manto erboso inzuppato in varie zone del campo. Dopo una ventina di minuti di stoica contesa muscolare in mezzo al campo, privi di trame significativamente fluide e ficcanti, la gare offre due spunti di rilievo da annotare. La fuga sulla destra di Kanoute culminata in un destro rasoterra domato dal portiere irpino e la punizione di Tito, resa viscida dal terreno, che crea più di un grattacapo a Pelagotti.  Geometrie approssimative ma grande intensità e ritmi apprezzabili.

Doda perde una brutta palla e Carriero va in percussione sull'out destro irpino, rientro e sinistro che Pelagotti devia in corner. Il Palermo cerca di innescare per quanto possibile la gamba di Valente e Kanoute in percussione l'Avellino spinge con tutti gli effettivi e spesso concede la profondità in ripartenza agli uomini di Boscaglia.

I primi quarantacinque minuti si concludono in parità rispecchiando il sostanziale equilibrio mostrato dalle due formazioni sul terreno di gioco.

 

SECONDO TEMPO -  La ripresa si apre nel peggiore dei modi per la squadra di Boscaglia. Un rinvio, senza meta né pretese, di Silvestri da circa cinquanta metri  beffa incredibilmente Pelagotti, il portiere rosanero valuta male traiettoria e rimbalzo della sfera, venendo goffamente scavalcato dall'alleggerimento dell'ex Palermo. L'Avellino passa in vantaggio nel modo più rocambolesco ed inimmaginabile, il Palermo accusa il colpo sul piano psicologico. La banda Boscaglia sbanda e l'Avellino troverebbe anche il gol del raddoppio se Maniero non venisse ritenuto in offside dal direttore di gara. Il tecnico rosanero prova a dare una scossa dalla panchina: Rauti rileva Broh ed il Palermo torna a disporsi con il 4-2-3-1. De Rose suona la carica e calcia forte con il destro dalla media distanza impegnando Forte.

Almici e Silipo vengono gettati nella mischia quasi al minuto settanta da Boscaglia: Kanoute e Doda lasciano il campo. Il Palermo non riesce neanche a creare le premesse della pericolosità, anzi sono i padroni di casa a distendersi in verticale ed a spaventare Pelagotti. Bernardotto manca per un soffio il tap-in  a porta sguarnita su un tirocross dal binario mancino. Altro doppio cambio di Boscaglia ad una manciata di minuti dal termine: out Accardi e Valente per Crivello e Floriano.

Alla compagine di Braglia basta un'attenta e vigorosa fase di non possesso per non correre il benché minimo rischio. La reazione del Palermo, se così si può catalogare, si riduce ad uno sterile giro palla, culminato regolarmante in una serie di lanci lunghi nel mucchio a cercar fortuna.  Non una sola trama degna di nota calcisticamente, nemmeno l'ombra di una conclusione verso la porta avversaria. Il triplice fischio sancisce l'ennesima e meritata  sconfitta di una stagione davvero incolore.