Mediagol
I migliori video scelti dal nostro canale

serie d

Delneri-Mediagol: “Coronavirus? La salute è la prima cosa, il calcio viene dopo. Tra la mia Atalanta e quella di Gasperini…”

L'intervista esclusiva concessa da Gigi Delneri, ex tecnico di Chievo, Atalanta, Sampdoria e Juventus, alla redazione di Mediagol.it

Mediagol77

La scuola italiana in materia di allenatori è certamente tra le più qualificate e quotate su scala mondiale.

Profili vincenti e sostenitori di varie correnti di pensiero sul piano tattico, filosofico e concettuale. C'è la schiera dei tecnici cosiddetti pragmatici e italianisti, cultori di un calcio attendista, solido e speculativo, fondato sulla cura maniacale della fase di non possesso, unitamente ad un'attenta copertura del campo e degli spazi finalizzata ad inaridire le fonti di gioco avversarie. A fare da contraltare c'è la nutrita corte di tecnici emersa nell'era moderna del nostro calcio, portatori sani di un'idea di gioco  fortemente propositiva e audace, imperniata su aggressività e marcata impronta offensiva, baricentro alto, linee corte e strette, pressing esasperato sulla trequarti avversaria, compartecipazione corale ed automatismi codificati nella tessitura delle trame d'attacco, ricerca costante di intensità, ampiezza, profondità. Due concezioni calcistiche, a loro modo estreme, che trovano nel compromesso del giusto e razionale equilibrio tra le due fasi l'ideale punto di convergenza. Poi ci sono i cosiddetti innovatori, coloro che con idee e metodologie, brillanti e funzionali, riescono a valorizzare al massimo i rispettivi organici, innestando concetti per certi versi rivoluzionari ed efficaci, sul piano strategico, della forma mentis, dell'interpretazione della gara. Lasciano in dote un'impronta forte e tangibile, il cui calco contribuirà ad apportare una sostanziale evoluzione nel movimento, tracciando un chiaro segno di discontinuità col passato. Gigi Delneri, classe 1950 nativo di Aquileia, può certamente pregiarsi di appartenere alla ristretta cerchia di tecnici che hanno comunque lasciato un segno profondo nel calcio italiano. Il miracolo di managerialità e progettualità del suo Chievo, capace con idee, coraggio e chirurgica organizzazione di gioco, di ergersi a capolista in Serie A mettendo in serio imbarazzo tutte le big del campionato, resterà scolpito nella storia e nella memoria di chi ama il calcio.  Indole propositiva, nessun timore reverenziale, la capacità di accorciare sempre in avanti con le linee, di conferire dinamismo ed intensità alla manovra, di proporre un calcio sempre incisivo e verticale, alla ricerca costante di ampiezza e profondità. Una ricetta che Delneri ha riproposto con criterio e successo in altre due esperienze esaltati con l'Atalanta e la Sampdoria, con la compagine blucerchiata che prevalse sul filo di lana sul Palermo di Delio Rossi in un avvincente duello per la qualificazione alla Champions League. L'esperienza in rosanero interrotta dall'impazienza di Maurizio Zamparini, quelle con Roma e Juventus, significative ma non entusiasmanti, vissute in  momenti storici particolari dei due club. L'ex tecnico dei clivensi si racconta, ripercorrendo in un viaggio a ritroso virtuale la sua brillante carriera nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it. Tra i numerosi temi affrontati da Delneri l'emergenza sanitaria mondiale legata alla diffusione del Coronavirus che sta sconvolgendo l'esistenza e la quotidianità di ognuno di noi ed il fenomeno Atalanta, con la compagine di Gasperini capace di incantare tutti in Italia ed in Europa prima della sospensione della stagione.

"Emergenza Coronavirus? La sto vivendo come tutto il mondo, cercando di attenermi alle direttive che ha imposto giustamente il nostro Governo, perché solo così possiamo ottenere qualcosa di concreto e uscirne al più presto. Un momento difficile per tutti dove la salute è la prima cosa da mettere sul banco di attesa perché è quella che serve a tutti per ripartire, tutte il resto, compreso il calcio, arriva dopo. Dobbiamo stare in casa e non andare in giro, solamente mantenere la distanza di sicurezza tra le persone e il rispetto delle regole ci permetterà di debellare questo flagello. Se rispettiamo noi stessi lo facciamo anche con gli altri, speriamo di poter ricostruire tutto quello che abbiamo perso in questo periodo. Secondo me è stato fatto tutto il possibile in materia di provvedimenti istituzionali, noi siamo stati quelli che in prima battuta abbiamo preso nel modo corretto le giuste precauzioni. Forse il calcio poteva fermarsi prima, anche perché la salute è la prima cosa, giocare le partite a porte chiuse non è calcio. Penso che sia stato logico e maturo chiudere tutto e allontanare il rischio di pericolosi assembramenti, decisione razionale e importante per il benessere di tutti, anche se è stata presa un un attimo dopo al dovuto. Credo che, comunque, in un momento talmente complesso e delicato la saggezza delle persone abbia prevalso e prevarrà anche in futuroComparare la mia Atalanta a quella di Gasperini? L'Atalanta di Gasperini ha quell'atteggiamento audace e propositivo che gli permette di potersela giocare con tutti, qualità peculiare anche della mia Atalanta. Adesso quella bergamasca è una vera e propria realtà importante su scala internazionale e consacrata che in questo momento è una delle otto squadre più forti d'Europa e credo che nessuno possa negarlo. Una compagine che esprime un gioco aggressivo e combatte con tutti, gioca un calcio piacevole e corale direi che è proprio emblema virtuoso del concetto di squadra. Dispiace che questi trionfi sportivi siano arrivati proprio in un momento così difficile per Bergamo, con la città che è avvolta nel dolore e non ha minimamente assaporato tutto questo. Sono convinto che la città avrà la forza di rialzarsi, sono molto legato a quella realtà e a quella gente. La mia Atalanta era una compagine costruita con diversi giocatori giovani e lanciati nel panorama del grande calcio, non posso paragonare quella squadra alla formazione attuale guidata da Gasperini in termini di tipologia e qualità della rosa. Ci ricordano molto volentieri per quello che abbiamo dato sotto l'aspetto del gioco, esprimendo un ottimo calcio in quel momento e devo dire che al di là dei rispettivi organici la mentalità di giocarsela sempre alla pari ci accomuna all'Atalanta di oggi. In alcune occasioni prendevamo fisiologicamente delle batoste, ma in altre circostanze riuscivamo a sfoderare prestazioni superlative portando a casa risultati importanti contro club di livello. Abbiamo sempre portato avanti l'idea di forgiare e lanciare giovani talenti del vivaio che è da sempre stato il fiore all'occhiello di questa società, credo che l'Atalanta di Gasperini renda orgogliosi tutti gli italiani in questo momento. La vittoria schiacciante contro l'Inter di Mourinho? Quella fu un adelle dimostrazioni lampanti di come sviluppavamo con coraggio sempre i nostri temi e le nostre idee di gioco anche contro compagini di grandissima levatura".