Il Papu Gomez si racconta senza veli.
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Atalanta, Gomez si racconta: “Il sogno Champions e il trequartista. La Dea mi ha cambiato la vita”
L'attaccante dell'Atalanta si racconta
Durante una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Enganche, il capitano dell'Atalanta ha affrontato molti e interessanti spunti di conversazione, raccontando della sua esperienza con la maglia nerazzurra, di come è nata l'idea di giocare da trequartista e infine del sogno chiamato Champions League. Queste le sue dichiarazioni:
"Il ruolo di trequartista? È fantastico giocare in questa posizione. Devo difendere, arretrare per cercare il pallone e poi ributtarmi dentro. Mi diverto perché sono molto in contatto con la palla. Abbiamo due esterni che aprono il gioco, quindi possiamo giocare con il 3-5-2 se sto in mezzo o 3-4-1-2 se sono più vicino agli attaccanti. Quando ho incontrato Gasperini giocavo attaccante a sinistra. Allora c’era Kurtic in quella posizione, poi è stato ceduto e il posto è rimasto vacante. Un giorno il mister mi disse: 'Guarda, Papu, ti vedo bene per farlo. Dovrai correre di più, dovrai adattarti, ma toccherai di più la palla. Proviamo'. Lo abbiamo fatto in una partita contro il Chievo e vincemmo 5-1. Da quel momento in poi tutto è andato bene e ora sono qui".
Sul rapporto con il tecnico Gian Piero Gasperini e il rapporto d'amore con l'Atalanta: "Penso di aver imparato molto grazie all’allenatore. Se avessi avuto Gasperini a 24 o 25 anni, sarei cresciuto molto di più, avrei avuto altre opportunità e un altro percorso, ma quel giorno ne avevo già 28. Nel calcio devi incontrare le persone giuste. Con il passare degli anni, realizzi molte cose. Ma attenzione, ci sono ragazzi che sono davvero dei crack e che sono fortissimi già a 23 anni come Paulo Dybala. L’Atalanta appartiene alla città e ti senti parte di questo. I ragazzi te lo fanno sentire. Prima del mio arrivo, hanno lottato a malapena per salvarsi e tutti erano comunque contenti. Ma abbiamo alzato il livello e ora ti chiedono le coppe europee. Raggiungere questo obiettivo non ha prezzo. Appena sono arrivato eravamo 14 partite senza vincere. Non c’è mai stato un rimprovero. Gasperini dice che questa era 'un’isola felice', ma che a sua volta questa 'isola felice' ti ha portato a rilassarti e non preoccuparti di vincere o perdere. Abbiamo deciso che questo non sarebbe più accaduto. E non è più successo. Migliorando sempre. L’Atalanta mi ha cambiato la vita".
Infine un commento sull'imminente sfida di Champions League contro il PSG: "Le rivali? Le conosciamo. Sappiamo di essere una squadra di una città di centomila abitanti o poco più e non essere la grande squadra di una capitale. Ma sappiamo dove stiamo andando e cosa vogliamo. Abbiamo imparato strada facendo, dalla prima partita di Champions League, che ne abbiamo presi quattro dalla Dinamo Zagabria. Per noi è stata tutta esperienza, abbiamo battuto lo Shahktar in Ucraina, abbiamo pareggiato con il City e segnato otto gol contro il Valencia. Sappiamo da dove veniamo e dove vogliamo andare. Economicamente, non raggiungeremo mai quel livello, ma l’Atalanta è un’altra cosa. Nel calcio può succedere di tutto".
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