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Salerno-Mediagol: “L’incubo Coronavirus qui a Londra. Problema sottovalutato, stop al calcio tardivo. Si rischia la vita…”

US Citta di Palermo Sport Manager Nicola Salerno attends a press conference at Campo Tenente Onorato on February 2, 2017 in Palermo, Italy.

L'intervista esclusiva concessa dal dirigente del Watford ex Cagliari e Palermo, Nicola Salerno, alla redazione di Mediagol.it

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Nelle vesti di direttore sportivo e consulente di mercato del Watford si è preso la soddisfazione di mettere fine alla lunga imbattibilità del Liverpool di Jurgen Klopp in Premier League, grazie ad una prestazione di livello culminata in una vittoria entusiasmante e prestigiosa. Nicola Salerno, però, la sua parabola di dirigente a tutto tondo nel mondo del calcio l'ha costruita prevalentemente in Italia. Le due isole dello Stivale, Sicilia e Sardegna, sono quelle che hanno maggiormente segnato la carriera di uno dei manager più esperti e versatili del panorama calcistico nazionale. I successi a Licata, la scalata a Messina che ha condotto i peloritani dall'universo dei dilettanti alla Serie B, la promozione in A con il Cagliari, le esperienze non semplici sul piano professionale, ma comunque fortemente  significative, vissute a Catania e Palermo. L'ex ds del Brescia, che attualmente si trova a Londra in virtù del suo incarico attuale, si sofferma, nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it, sull'atmosfera densa di apprensione e timore legata all'emergenza Coronavirus che ha fermato il mondo del calcio e dello sport in generale, sconvolgendo dinamiche e quotidianità di gran parte della popolazione.

Che tipo di percezione rispetto all'emergenza Coronavirus riscontro a Londra? Credo che non sia facile vivere tranquillamente, lucidamente e con equilibrio questa emergenza, perché basta niente e ti puoi ritrovare in mezzo alla strada tra le persone e rischiare di avere un contatto improvviso, quindi non sai mai misurare esattamente la gravità del pericolo e della questione. Vedo che la gente gira con le mascherine e sta iniziando a prendere precauzioni e provvedimenti, serpeggia timore e apprensione. Sicuramente credo che sia una situazione veramente difficile e imbarazzante per tutti. Non è facile gestire la quotidianità perché la gente ha paura, giustamente, quindi la situazione la si vive più o meno come in Italia, adesso sostanzialmente allo stesso livello. Misure di prevenzione e provvedimenti efficaci ma tardivi? Direi che certamente si poteva e dovere intervenire prima, dal punto di vista tecnico è stata certamente una decisione non tempestiva. La gente non si aspettava che si potesse arrivare a questo livello, direi che la questione è stata presa un po' alla leggera, sia da alcuni esponenti politici sia da personaggi del mondo dello spettacolo. Qualcuno assimilava l'emergenza ad un raffreddore, una cosa gestibile che si sarebbe superata senza grossi effetti. La situazione è poi diventata drammatica e ancora lo è, non ne stiamo venendo fuori e quindi diventa tutto sempre più preoccupante e difficile Ci sono posti dove c’è assembramento o dove c’è tanta gente, quel tipo di contesti diventano inevitabilmente molto pericolosi. Credo che ognuno debba prendere anche degli accorgimenti cautelativi autonomi,  fare molta attenzione, evitando posti affollati perché basta uno starnuto o un colpo di tosse per essere contagiati. Una situazione davvero complicata che in Italia credo non si sia mai verificata in precedenza. I calciatori hanno avuto una presa di posizione legittima e decisa, fermare tutti i campionati era il minimo che le istituzioni calcistiche potessero fare in una situazione del genere. L'emergenza Coronavirus è una cosa molto seria, non è che sia un raffreddore, soprattutto si trasmette e si diffonde in modo rapido e pericoloso. C'è da avere paura, mi auguro che si riesca a trovare il modo per venirne fuori perché si rischia di morire. Con la vita non si scherza e purtroppo abbiamo già dovuto piangere tantissime vittime".