Con il Cagliari di Massimo Cellino ha scritto certamente le pagine più gratificanti e fulgide sotto il profilo dei risultati del suo intenso percorso dirigenziale. Nicola Salerno non ha resistito al richiamo della Sardegna per ben tre volte, in momenti storici e gestioni tecniche profondamente diverse tra loro. Direttore sportivo con grande conoscenza e sensibilità spiccata dal punto di vista squisitamente tecnico, vanta un bagaglio di competenze di matrice gestionale e manageriale maturato nel corso di numerose esperienze professionali nel panorama calcistico nazionale e non solo. La promozione in Serie A nel 2003-2004 con il Cagliari resta una perla preziosa nella sua lunga e brillante carriera, ma anche in Sicilia il dirigente materano ha saputo lasciare un'impronta significativa. Licata e Messina le piazze in cui ha firmato mirabili imprese sul piano sportivo, Catania e Palermo quelle in cui è transitato in momenti particolari non trovando modo, tempo e contingenze idonee a costruire un ciclo vincente. In particolare la sua parentesi rosanero è stata breve e piuttosto travagliata, arrivato a gennaio del 2017 in un club in palese affanno in termini societari e tecnici, rassegnò le dimissioni il 10 aprile dello stesso anno, poco dopo il controverso avvento nelle vesti di presidente e futuro patron del Palermo, del trader di Chicago, Paul Baccaglini. L'ex Iena, com'è noto, non rileverà mai compiutamente il club di Viale del Fante. Nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it, l'attuale dirigente e consulente di mercato del Watford ripercorre dinamiche e retroscena di quel periodo.
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Salerno-Mediagol: “Il Palermo di Zamparini e il mistero Baccaglini. Mirri ok, io e Castagnini…”
L'intervista esclusiva concessa dal dirigente del Watford, ex Cagliari e Palermo, Nicola Salerno, alla redazione di Mediagol.it
"Da quando a Palermo è arrivato Zamparini, mi ricordo che ero a Cagliari, abbiamo fatto delle battaglie sportive incredibili, con il Palermo che era una squadra straordinaria e aveva giocatori come Toni e direi che era una vera corazzata in quella Serie B di altissimo livello. Arrivammo al primo posto di quel campionato praticamente appaiate in termini di punti conquistati.. È stata un'escalation incredibile, quasi parallela poi proseguita in Serie A a ritmi esaltanti. Il primo Palermo di Zamparini entrò di diritto nell'elite del calcio italiano, stazionando nelle prime posizioni della graduatoria e disputando le Coppe Europee. Progressivamente, non so davvero spiegare il perché, gradualmente c'è stato un abbassamento dell'attenzione dal punto di vista amministrativo ed economico. Il Palermo ha iniziato palesemente a perdere colpi in termini di scelte tecniche e gestione societaria e la cosa mi dispiace molto perché il proprietario del vecchio club rosanero è una persona a cui sono affettivamente legato. Le serie stucchevole di controversi e labili passaggi di proprietà? Personalmente ho vissuto solo l'esperienza Baccaglini e non ho mai creduto che il soggetto in questione avesse potuto risolvere i problemi del Palermo Calcio, secondo me era una figura mediatica che sarebbe stata messa lì e basta. Una persona simpatica e perbene, ma il calcio è un'altra cosa. Quello era un momento molto delicato in cui ci stavamo attrezzando per fare qualche risultato ed attaccarci alle residue chance di prendere proprio per la coda la salvezza, quel trambusto societario e mediatico ha costituito la botta definitiva. Mirri? Ha avuto il merito di crederci ed assumersi una responsabilità non di poco conto, scegliendo le persone giuste a livello dirigenziale. Profili di spessore con i quali ho avuto rapporti intensi e proficui sul piano professionale e che stimo moltissimo dal punto di vista calcistico. Ricominciare dai dilettanti non è facile. A me è successo a Messina, mi ricordo che siamo partiti dall'Interregionale poi siamo abbiamo completato la scalata conquistando la promozione in B. Non dimentico gli storici incontri contro il Palermo nei momenti in cui ero direttore sportivo del Messina. È sempre difficile integrarti in quel tipo di contesto, perché giochi in campionati che non conosci. la gente a Palermo è abituata bene perché ha disputato nella storia recente del club campionati di alti livelli. C'era un frangente in cu Il Palermo di Zamparini se la giocava con tutti, ma questo è il calcio, mondo complesso e pieno di sfumature, composto da alti e bassi. Bisogna saper accettare le cose con sobrietà ed equilibrio quando vanno bene, non fare troppa confusione quando non prendono la piega desiderata. Palermo in D? Stiamo parlando di una piazza immensa e ricca di tradizione dal punto di vista calcistico che non c'entra proprio niente con questa categoria e sono certo che ritornerà al livello che gli spetta. Sagramola-Castagnini? Conosco Renzo da una vita. Qualche anno fa, quando io ero a Messina e lui a Cosenza, eravamo in ritiro con le rispettive squadre a pochi metri di distanza ed ogni giorno ci vedevamo per trascorrere un po' di tempo insieme. Lunghe passeggiate e il piacere di bere qualcosa insieme parlando di calcio e non solo. Lo conosco da quando ancora lui era un giocatore in attività, mentre io ero già direttore sportivo. Abbiamo un rapporto straordinario, gli auguro il meglio. Lui e Sagramola sono ottime persone dal punto di vista umano e fanno calcio da una vita. Spero possano prendersi grandi soddisfazioni e riportare in alto velocemente il Palermo".
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