di Luca Bucceri
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Premier League, Clattenburg rivela: “Roy Keane mi terrorizzò, mi fece cambiare decisione”
L'ex arbitro inglese, oggi maestro dei direttori di gara sauditi, ha rivelato dei particolari interessanti sulla sua carriera, conclusasi due stagioni fa
Una nuova classe arbitrale da formare, non in patria bensì in Arabia.
Dopo il ritiro dal calcio inglese arbitrato, in questo caso, Mark Clattenburg, ex fischietto britannico, ha accettato mesi fa l’incarico della federazione saudita per la formazione dei direttori di gara locali avvalendosi della sua esperienza tra i campi di tutto il mondo degli ultimi vent’anni. Talentuoso, preciso e pungente al punto giusto, l’ex arbitro è stato protagonista delle finali di Supercoppa Uefa nel 2014, Champions League nel 2016 e fischietto della finale dell’ultimo europeo francese nel 2016, guadagnandosi lo stesso anno il titolo di miglior arbitro dell’anno IFFHS (International Federation of Football History & Statistics, ndr) come erede del fischietto italiano Nicola Rizzoli, vincitore nei due anni precedenti.
Ricominciare dall’Arabia Saudita sì, ma con uno sguardo al passato. Ricordi di anni in Premier League per l’elettricista di Consett che, nel corso di un’intervista ai media inglesi, ha svelato degli importanti retroscena sulla sua carriera: “Sorrido ancora pensando alla prima volta che ho incontrato, in campionato, Roy Keane. Ci ha urlato contro per un calcio d’angolo, ma ero sicuro fosse punizione. Le sue urla sono state così forti che mi hanno spaventato e ho assegnato l’angolo. Ero pietrificato, probabilmente mi mancava ancora la gestione degli uomini in campo e non avevo ancora esperienza perché ero un ragazzino. Non avevo un background lavorativo in tal senso. Non avevo esperienza nel come trattare le persone, nel gestirle o nel dire la cosa giusta al momento giusto”.
“Solo quando sono cresciuto ho iniziato a sviluppare capacità di gestione. Quando le hai con te interagisci meglio sia con gli adulti che con i giocatori, e questo è un bene. Se riesci ad interagire con i giocatori- ha spiegato infine Clattenburg- loro ti semplificano la vita. Quando hai la vita semplificata diventi allora un buon arbitro”.
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