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Premier League, Zaha vittima di minacce e insulti razzisti: in manette tifoso 12enne dell’Aston Villa

LONDON, ENGLAND - JULY 07: Wilfried Zaha of Crystal Palace looks on during the Premier League match between Crystal Palace and Chelsea FC at Selhurst Park on July 07, 2020 in London, England. Football Stadiums around Europe remain empty due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in all fixtures being played behind closed doors. (Photo by Peter Cziborra/Pool via Getty Images)

La polizia del West Midlands ha aperto un'indagine: a finire in manette, un tifoso dodicenne dell'Aston Villa

Mediagol93

Nuovo grave episodio di razzismo per il calciatore del Crystal Palace, Wilfred Zaha.

Risveglio amaro per il calcio inglese, ritrovatosi nuovamente a fare i conti con un brutto episodio di razzismo. Il protagonista incolpevole della vicenda è l'ex Manchester United Zaha, nato in Costa d'Avorio, trasferitosi a Londra all'età di quattro anni e cresciuto nelle giovanili dei Three Lions. Il giocatore, che nella giornata di ieri si apprestava a scendere in campo con la sua squadra per affrontare l'Aston Villa, è stato oggetto di minacce e insulti razzisti via social a cui sono seguiti alcuni post discriminatori con allegate immagini dei seguaci del Ku Klux Klan.

“Stronzo nero, faresti meglio a non segnare, oppure verrò a casa tua vestito da fantasma”.

Questo il tenore di alcuni tweet letti dal calciatore inglese che, prontamente, ha deciso di diffondere i gravi insulti ricevuti tramite i propri profili Twitter e Instagram. Immediato l'intervento della polizia del West Midlands, la quale, ha aperto un'indagine che ha in breve tempo condotto all'autore dei Tweet: un tifoso dodicenne dell'Aston Villa, arrestato dagli agenti, e squalificato a vita dagli impianti del club di Birmingham - come comunicato dallo stesso Aston Villa.

Una vicenda amara commentata anche dall'allenatore di Zaha, Roy Hodgson, soffermatosi sul delicato tema legato al razzismo: "Questo episodio dimostra le ragioni per cui i calciatori stiano seguendo la campagna "Black Lives Matter". Il razzismo è una vergogna che continua a perseguitare la nostra società. Non ci sono scuse, mi auguro che vengano prese misure severe e concrete al più presto".

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