Il Chelsea è a punteggio pieno in Premier League dopo tre giornate.
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Chelsea, Zappacosta e i retroscena di mercato: “Mi voleva l’Inter ma poi…”
Il difensore dei Blues ammette: "Potevo tornare in Italia, ma io sono sempre rimasto concentrato sul Chelsea"
Inizio, dunque, soddisfacente per gli uomini di Maurizio Sarri e soprattutto per Davide Zappacosta, che intervenuto ai microfoni del 'Corriere dello Sport', ha raccontato la sua esperienza con la maglia Blues, svelando anche qualche retroscena di mercato: "Potevo tornare in Italia? Sì, mi aveva cercato l’Inter. Me ne aveva parlato il mio procuratore Alessandro Lucci, anche se io sono sempre rimasto concentrato sul Chelsea. Se ricapitasse a gennaio? Ho un contratto di altri tre anni qui e voglio pensare solo a fare bene con il Chelsea. C’è tanta concorrenza, ma voglio conquistarmi la maglia da titolare. Poi è chiaro che se dovessi trovare poco spazio… penso che a nessun giocatore piaccia stare fuori".
Il difensore classe '92 mette a paragone il nuovo allenatore, Sarri e il vecchio, nonchè Antonio Conte: "Il ricordo più bello che ho di Conte? La prima telefonata quando mi ha chiesto di venire al Chelsea e il primo trofeo conquistato. Sarri? E’ molto simpatico, ironico. Nello spogliatoio fa tante battute, ma spesso sono in italiano e ridiamo in pochi. Anche se sono rimasto sbalordito dal suo inglese, non mi aspettavo lo parlasse così. Sono due grandi allenatori: Conte mi ha insegnato molto, Sarri è preparato e sono sicuro che imparerò tanto anche da lui. Entrambi vogliono una squadra organizzata, studiano l’avversario in ogni particolare. Sarri ha più fantasia, vuole possesso palla e scambi veloci. Conte aveva schemi prefissati".
Sui compagni: "Quello con cui mi trovo meglio è Morata. E’ il primo che mi ha accolto qui e mi ha aiutato. E’ tra i più attivi nella chat whatsapp della squadra. Il più forte? Hazard. Eccezionale, non perde mai il pallone. Dribbling pazzesco, è sempre decisivo. Il più simpatico? Ancora Eden. Gli piace scherzare, durante l’allenamento prende il pallone e lo lancia sempre in testa a qualcuno”.
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