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Real Madrid, la storia di Jovicevic: “Il Verona, la firma segreta, l’infortunio e la clausola”

L'ex centrocampista del Real Madrid è da pochissimo diventato il nuovo tecnico della Dinamo Zagabria

Mediagol52

La strana storia di Igor Jovicevic.

Nel lontano 1991 il Real Madrid acquistò dalle giovanili della Dinamo Zagabria un giovanissimo centrocampista croato pagando un milione di dollari, ma con una clausola particolare: quando il giocatore sarebbe stato schierato in prima squadra, i blancos avrebbero dovuto pagare altri cinque milioni.

Igor Jovicevic iniziò dunque a giocare con la squadra B della società, ossia il Real Castilla, sotto la guida di Rafa Benitez e insieme a calciatori che poi sarebbero diventati stelle a livello mondiale, come Raul Guti. In quattro stagioni con il Castilla il centrocampista croato realizzò quindici reti in 79 partite, attirando su di sé le attenzioni di tanti top club europei.

L'11 giugno del 1995 però, durante una sfida tra la Croazia Under 21 e l'Ucraina (in cui giocava anche Andriy Shevchenko), Jovicevic subì un bruttissimo infortunio al crociato che lo tenne lontano dal campo per un anno. Il giovane talento non riuscì più a riprendersi completamente dall'infortunio, e dopo aver lasciato il Real iniziò a girare il mondo collezionando qualche presenza in Giappone, Brasile, Francia e Ucraina, terminando la sua carriera da calciatore professionista in Cina nel 2004.

Dopo tanti anni dal suo ritiro, Jovicevic ha iniziato la carriera da allenatore nel settore giovanile della squadra in cui aveva mosso i primi passi da calciatore, la Dinamo Zagabria, e dopo tre anni di gavetta è riuscito a coronare il suo sogno di allenare la prima squadra dopo l'esonero di Nenad Bjelica.

"Il mio sogno è diventato realtà" - ha detto il nuovo allenatore della Dinamo durante un'intervista rilasciata ai microfoni di AS - "Come ho sempre detto, anche prima di diventare allenatore, sono stato un tifoso della Dinamo, mio padre ha giocato 390 partite con questa maglia. Era il mio eroe, purtroppo ci ha lasciati di recente. Quando mi sono trasferito al Real, lui aiutò Benitez, che l'ha portato con sé quando ha iniziato la sua avventura a Valladolid. Lui e Rafa si amavano moltissimo".

Jovicevic ha poi ricordato la sua sfortunata avventura al Real Madrid, raccontando anche l'assurdo momento in cui ha firmato il contratto con i blancos: "Avevo 17 anni. Il mio ammiratore era Del Bosque, e mi disse che mi avevano tenuto sotto controllo per molto tempo. Venivo dal secondo posto agli Europei Under 17, ed ero stato eletto come miglior giocatore della competizione. Avevo ricevuto delle offerte ed ero a Verona in un hotel in attesa di finalizzare il contratto con quel club, e ad un certo punto vedo entrare una squadra... Riconosco Radomic Antic, possa riposare in pace. Era il Real Madrid, erano lì per giocare un torneo. Conoscevo Prosinecki e chiacchieravo con lui, con Antic e con un vicepresidente, il signor Zapata. Mi hanno proposto di tornare con loro in Spagna. Sono andato, ho giocato un paio di partite con un altro nome e sono stato nascosto in incognito in un hotel, fin quando un giornalista mi ha scoperto. Alla fine il trasferimento è stato ufficializzato e ho firmato un contratto per cinque anni".

Il tecnico croato si è poi soffermato sulla questione della clausola: "Avevo 17 anni, non sapevo cosa ci fosse nel mio contratto, quel lavoro spettava ai miei agenti. Durante le amichevoli mi chiamavano Benito Floro o Valdano, ma alle gare ufficiali andavano gli altri. Poi, quando stavo per lasciare il club, ho scoperto che c'era una clausola. Se avessi debuttato in prima squadra, il Real Madrid avrebbe dovuto pagare molti soldi e farmi un nuovo contratto. E' stato un ostacolo. Era un'epoca diversa, potevano giocare solo tre stranieri e nel mio ruolo c'erano già Hagi e Laudrup".

Durante la sua permanenza al Castilla, Jovicevic ha giocato anche con Raul (adesso allenatore proprio del Castilla) e Guti (tecnico dell'Almeria): "Raul ha giocato soltanto una partita contro il Palamós, abbiamo perso 2-1. Era talmente forte che non aveva bisogno di passare dalla squadra B. Adesso porterà il suo spirito vincente nel suo nuovo ruolo di allenatore. Per lui gli ostacoli sono dei doni, lo aiutano a crescere. Gutiera un genio, il suo genio gli permetteva di vedere il calcio in modo diverso. E la sua personalità... dice sempre quello che pensa in faccia, lui e Raul avranno successo come allenatori".

Poi il ricordo di quel terribile infortunio che ha rovinato la sua carriera: "Avevo offerte da club di prima classe. Mancava soltanto una partita per terminare la stagione, con la Croazia Under 21 contro l'Ucraina di Shevchenko e mi sono rotto entrambi i crociati dopo 13 minuti. Mi sono operato in Spagna e ho trascorso un anno intero per cercare di recuperare dall'infortunio, ma non riuscivo a piegare il ginocchio o ad allungarlo. Io e Álvaro Benito non ci siamo più ripresi. Sono stato quasi tre anni senza giocare. Poi ho incontrato l'attuale medico della Dinamo in un bar. Ero stato visitato da specialisti di tutta l'Europa e ha risolto il mio problema in un giorno. Dopo quindici giorni stavo già firmando un contratto. L'infortunio di ProsineckiE' stato costretto a tornare prematuramente in campo dopo l'infortunio. Robert voleva dimostrare quello che valeva, ha sofferto molto. Era un grande calciatore ed un grande amico, mi ha chiamato per congratularsi".

Inevitabile un commento su Luka Modric, il giocatore croato più importante degli ultimi anni grazie anche alla vittoria del Pallone d'Oro: "Ha fatto molto per il mio paese. E' al tramonto della sua carriera, ma tutto ciò che sa sul calcio non lo dimenticherà e si prenderà cura di se stesso. Un calciatore di 35 anni oggi è come uno di 29 anni dei miei tempi".

Chiosa sulla sua nuova avventura come tecnico della Dinamo Zagabria: "Al  Karpaty (club ucraino) ero a capo dei trasferimenti, e sono tornato in Spagna per acquistare Lucas Perez, che all'epoca giocava nel Ray Vallecano B. Sono andato lì e gli ho fatto firmare il contratto. Anni dopo è stato acquistato dall'ArsenalPeternac mio assistente? Mio padre l'aveva raccomandato a Benitez e segnò 23 gol in Liga con il Valladolid. Alen eio siamo testimoni di nozze l'uno dell'altro, e ora mi aiuterà. Cose da calcio! (ride, ndr). Non sono stato il calciatore che avrei voluto essere, ma è stato un successo personale tornare qui. E' una sfida enorme, la Dinamo Zagabria è il Real Madrid della Croazia!".