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Dramma in Turchia, Toktas confessa l’uccisione del figlio: “Non lo amavo”. Ora rischia l’ergastolo

Undici giorni dopo il decesso del figlio Kasim di appena cinque anni, il centrocampista turco ha ammesso di aver soffocato il piccolo con un cuscino

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L'agghiacciante confessione di Cevher Toktas.

Undici giorni dopo il decesso del figlio Kasim di appena cinque anni, il centrocampista turco - attualmente in forza al Bursa YildirimSpor -, ha ammesso di aver soffocato il piccolo con un cuscino: lo scorso 23 aprile, il bambino, che aveva contratto il Coronavirus, era stato ricoverato d’urgenza con difficoltà respiratorie e febbre altissima, ma dopo due ore di agonia per lui non c’è stato niente da fare. A rivelare il perché di quell'improvviso dramma è stato il calciatore stesso, che agli agenti della polizia ha spiegato di averlo volutamente ucciso.

Di seguito, le sue dichiarazioni.

"Gli ho messo un cuscino in faccia e l'ho tenuto premuto per cinque minuti, lui ha resistito un po', e io ho lasciato la presa solo quando ha smesso di muoversi. Poi ho chiamato i medici perché non sospettassero nullaNon l'ho mai voluto - ha proseguito il classe '87 -, dalla sua nascita, non so perché. Ma l'unico motivo per cui l'ho ucciso è perché non lo volevo, ma non ho nessun problema mentale".

"Ora Toktas, che ha svolto tutta la sua carriera in patria, con la stagione più importante nel 2008-2009 quando ha vestito la casacca dell’Hacettepe Spor nella Super League turca, è stato arrestato e sarà processato per omicidio, rischia di essere punito con l'ergastolo.