Mediagol
I migliori video scelti dal nostro canale

serie a

De Zerbi: “Allo Shakhtar per un motivo. Le offerte italiane non mi stimolavano”

De Zerbi: “Allo Shakhtar per un motivo. Le offerte italiane non mi stimolavano”

Roberto De Zerbi è il nuovo allenatore dello Shakhtar Donetsk: le dichiarazioni rilasciate dal tecnico ex Palermo e Sassuolo

Mediagol7

"Qualche club italiano mi ha chiamato, non mi chieda quale".

Parola di Roberto De Zerbi. Lo scorso 25 maggio l'ufficialità: De Zerbi è il nuovo allenatore dello Shakhtar Donetsk. Nel dettaglio, il tecnico fra le altre ex Palermo e Sassuolo ha firmato un contratto che lo legherà al club ucraino fino al 30 giugno 2023.

Diversi, dunque, sono stati i temi trattati dal coach originario di Brescia, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport": dalla scelta di lasciare l'Italia dopo aver fatto un ottimo lavoro sulla panchina del Sassuolo, alla sua ammirazione per Pep Guardiola. Ma non solo...

"Non voglio nemmeno valutare se quelle squadre avrebbero potuto fare un po’ di più per convincermi. Io credo che la scelta sia giusta: quello che mi fa stare bene è lavorare a modo mio. Non conta il Paese o lo stipendio. Io voglio essere me stesso. Quando ho capito che nel Sassuolo sarebbe stato difficile fare di più, ho iniziato a guardarmi attorno e lo Shakhtar mi ha convinto dal punto di vista tecnico mentre le soluzioni italiane non mi avevano stimolato", sono state le sue parole.

LA SCELTA -"Nella scelta ho messo al primo posto la possibilità di lavorare con le mie idee. Che significa innanzitutto incidere sulla rosa: il mercato in entrata e in uscita deve essere condiviso. Poi autonomia totale a proposito del modello di gioco. Tutto quello che riguarda il campo deve dipendere da me. Questa sarà una bella esperienza: io mi reputo capace, ma non completo. E con lo Shakhtar potrò completarmi".

STIMOLI -"Dirigere un allenamento in inglese, gestire oltre al campionato anche una coppa europea, entrare in uno spogliatoio interamente straniero in cui convivono culture e tradizioni diverse sono cose che mi mettono il fuoco addosso. Ho sempre detto che non mi interessava il nome della squadra, ma il suo progetto. E lo Shakhtar, comunque, è un grande club come dimostra il 18° posto nel ranking europeo, la semifinale nell’Europa League dell’anno scorso e la doppia vittoria con il Real nella Champions di questa stagione".

GUARDIOLA -"Quando un allenatore propone una cosa, lo fa perché ne ha studiato l’efficacia e anche perché rappresenta bene le sue idee. Tuchel è un grandissimo, ma io preferirei perdere la finale di Champions con Guardiola in panchina piuttosto che vincerla con un altro tecnico. E il City comunque ha dominato la Premier con la miglior difesa", ha concluso.