Medhi Benatia tra presente, passato e futuro.
serie a
Benatia: “Volevo finire la mia carriera a Trigoria, Roma impari a tenere i migliori. Campionati finiti? Riprendere è d’obbligo”
Le parole dell'ex difensore giallorosso, Medhi Benatia, sul momento vissuto dal calcio a causa della diffusione del Covid-19 e sul suo passato nella Capitale
Un'avventura importante alla Roma, ma durata solo un anno, poi la conquista di due scudetti con la Juventus. Medhi Benatia ricorda la sua esperienza in Serie A, terminata a gennaio scorso, con il suo trasferimento in forza all’Al Duhail Sports Club. Ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera, è proprio il difensore francese, intervenuto telefonicamente ai microfoni de "Il Tempo", ad esprimere il suo pensiero sul momento vissuto dal calcio e dal Paese a causa dell'emergenza coronavirus.
“La polemica non mi piace. In Italia si finisce sempre col fare drammi. Chi è partito era da solo, lontano dai figli o dai genitori malati ed era negativo al test. E’ normale che, chi ne ha la possibilità, prenda un aereo privato e raggiunga i propri cari. Dybala positivo? Ci sentiamo spesso e ora sta bene. Lui, Rugani, Matuidi sono giovani e in forma: è stata la loro fortuna. Temevo si fossero contagiati anche gli altri, è andata bene. Campionati finiti? No, non si può annullare una stagione. Come si fa a dire alla Lazio o al Liverpool che è finita? Anche ad agosto, ma riprendere è d’obbligo”.
Inevitabile la parentesi relativa al taglio stipendi: "Hanno fatto bene, dimostrando di essere grandi persone. Anche se rinunciamo a due, tre mesi di salario la nostra vita non cambia, siamo fortunati. Ma verso i calciatori c’è da sempre un sentimento di gelosia, vorrei vedere la stessa generosità da parte dei più ricchi, da chi governa fino ai divi del cinema. Juve tra le prime a dare il buon esempio? Non sono sorpreso, lì c’è gente responsabile, campioni veri, c’è un gruppo che è una famiglia. Anche la Roma sta facendo moltissimo. Sono molto orgoglioso di loro".
Benatia ha poi ricordato il suo passato in giallorosso, facendo un particole augurio alla Roma: “Gli auguro di avere una squadra all’altezza dei tifosi, che lotti ogni anno per vincere il campionato, la Champions, perché a Roma c’è una passione infinita. Tifosi come i romanisti, non ne ho mai conosciuti. Mi auguro che i dirigenti riescano a fare una grande Roma, che smettano di vendere tutti e imparino a tenersi i migliori, come la Juve, il Real, il Barcellona: la Roma deve lottare con loro e i tifosi meritano una squadra che li renda orgogliosi. All’Udinese siamo arrivati in Europa per tre anni: Pozzo prese me, Sanchez, Zapata, Handanovic, nessuno ci conosceva e ci ha venduti bene. Cosi si fanno i soldi. La Juve ripartì con un progetto serio: prese Pogba a zero, Barzagli quasi a scadenza, Bonucci dal Bari. Perché la Roma non ce la fa? In sette anni ha venduto Alisson, Salah, Nianggolan, Pjanic, Marquinhos, Osvaldo, Lamela, Benatia, Gervinho. Troppi. Se li avesse tenuti, avrebbe vinto qualcosa. II problema è nella gestione. Ho trascorso a Roma solo una stagione, ma rimarrà sempre nel mio cuore, perché è stata in assoluto la migliore: la mia Roma era troppo bella. Dopo sei mesi mi sono detto “Io non mi muovo più da qua’. Poi hanno deciso di vendermi al Bayern, ma avevo pensato davvero di finire la mia carriera a Trigoria”.
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