serie b

Palermo Calcio, arriva l’assist dalla Cassazione: “L’operazione Alyssa non fu fittizia”

Palermo Calcio, arriva l’assist dalla Cassazione: “L’operazione Alyssa non fu fittizia”

Le motivazioni della Cassazione, che hanno portato all'inammissibilità del ricorso della Procura di Caltanissetta contro Giovanni Giammarva, sono un assist per il club rosanero in vista dell'udienza di giovedì

Mediagol97

Il Palermo Calcio possiede ora una carta in più da giocarsi davanti alla Corte d'appello federale.

In attesa che giovedì essa si riunisca per un secondo verdetto in merito all'operazione Alyssa, dalla Cassazione arriva un assist molto importante per il club rosanero. Secondo i giudici della Suprema corte, infatti, il Tribunale del riesame di Caltanissetta «ha congruamente evidenziato come non vi siano elementi obiettivi per ritenere che l'operazione» con la società lussemburghese, al centro della decisione degli organi di giustizia sportiva di retrocedere la società siciliana in Serie C, possa essere considerata «fittizia».

Secondo quanto riportato all'interno della propria edizione odierna da Il Giornale di Sicilia, la Cassazione lo avrebbe già messo nero su bianco nelle motivazioni del provvedimento che aveva ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Caltanissetta, titolare della cosiddetta «inchiesta parallela» sul Palermo Calcio:

"Nel capoluogo nisseno sono infatti accusati di corruzione il giudice fallimentare Giuseppe Sidoti e l'ex presidente rosanero Giovanni Giammarva, sospesi dalle loro funzioni per un anno dal Gip, perché avrebbero «aggiustato» il giudizio civile che respinse l'istanza di fallimento del Palermo. Accuse poi ridimensionate dal Riesame di Caltanissetta, che dimezzò le misure interdittive. La Cassazione ha però annullato la sospensione per Giammarva e addirittura l'ordinanza originaria del Gip nei confronti di Sidoti".

All'interno della sentenza i supremi giudici fanno riferimento proprio all'operazione Alyssa, che il Tribunale e la Procura federale del calcio pongono alla base della retrocessione del club di Viale del Fante in Serie C: accuse utilizzate anche nella ricostruzione dei pm palermitani, che vedono nel passaggio di Mepal (proprietaria del marchio della società siciliana e controllata dal Palermo Calcio) alla holding Alyssa un modo per creare tale credito fittizio che avrebbe inficiato e gonfiato i conti del club rosanero, consentendogli in tal modo iscrizioni non dovute a tre campionati sportivi. Tale tesi è stata avallata pure dal Riesame di Palermo, che ha disposto gli arresti domiciliari per l'ormai ex patron del club Maurizio Zamparini, attraverso un provvedimento reso esecutivo da un'altra sezione ancora della Cassazione.

Ora però, con riferimento all'inchiesta parallela della Procura nissena, la sesta sezione della Suprema corte ritiene infondate le ipotesi di fittizietà dello stesso credito del Palermo nei confronti di Alyssa. Sempre secondo quanto riferito stamane dal noto quotidiano regionale, ciò sarebbe dovuto al "pagamento effettivo di una prima tranche di 4 milioni di euro del debito", somma che per la Procura di Palermo (ed anche per la Procura federale) partirebbe da un conto bancario intestato a Greta Zamparini, figlia dell'ex patron friulano del club di Viale del Fante:

"Oltre ai primi 4 milioni, Alyssa ha poi saldato altre due rate (da 7,5 e 5,7 milioni) accollandosi debiti che il Palermo ha contratto nei confronti di Zamparini sotto forma di finanziamento soci o verso società facenti riferimento sempre all'imprenditore friulano. Tutto avvenne durante la presidenza Giammarva, che, nelle proprie memorie difensive presentate alla giustizia sportiva, aveva evidenziato anche come prima delle sue dimissioni il Cda avesse «stabilito di proteggere il credito Alyssa con un accantonamento di 5 milioni». Accantonamento che, «al momento della redazione e approvazione del bilancio chiuso al 30 giugno 2018, da parte di Daniela De Angeli, al tempo presidente del Cda, è stato eliminato".

La Cassazione si è inoltre pronunciata sulla garanzia posta da Gasda, la società di proprietà della famiglia Zamparini. Secondo i giudici la «personale garanzia fideiussoria di Maurizio Zamparini» era tale da esporlo «realmente alle pretese dei creditori» del club rosaneroe non sussistono dunque degli elementi per considerare «fittizio» il credito atteso dalla holding lussemburghese:

"Un credito, ritenuto inesistente, che invece tiene il Palermo sospeso tra la Serie B e la Serie C. Giovedì a Roma si terrà l'udienza in Corte federale d'appello: il verdetto è atteso per il giorno dopo. Un crocevia fondamentale per il nuovo corso del Palermo, che lunedì prossimo aprirà le porte della propria sede agli ispettori della Covisoc per i consueti controlli. La speranza, in viale del Fante, è che in appello venga riconosciuta la legittimità di un'operazione per la quale la Cassazione stessa non ritiene fondato «l'assunto accusatorio del carattere fittizio e dissimulatorio»".