"Fisicamente stiamo benissimo ed è stato così tutto l’anno. Ma la Serie B è una maratona, non è lineare, è come essere sulle montagne russe. L’importante è essere tornati a vincere. Per la promozione sarà una battaglia. Anche a Monza era stata così". Lo ha detto Christian Gytkjaer, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Diversi i temi trattati dall'attaccante del Venezia, stella della promozione del Monza di due anni fa, che ha già siglato 10 reti in 1262'. Di seguito, le sue dichiarazioni:
SERIE B
Venezia, Gytkjaer: “Palermo? In B puoi essere forte, ma devi esserlo sempre”
"La B è così, i dettagli faranno la differenza. Bisogna essere lì e siamo lì. Vediamo. Como e Cremonese? Sono migliorate. Hanno trovato buoni giocatori e come noi non mollano. In Serie B puoi essere forte ma devi esserlo sempre. Se perdi due partite sei dietro, come è successo al Palermo. Stroppa? Ha sempre una strategia, fa sempre le stesse cose. A Monza è andato bene e non penso voglia cambiare. È un tecnico forte, ho molto rispetto per lui. Johnsen alla Cremonese? Abbiamo anche altri giocatori fortissimi, Pierini, Olivieri che è entrato e ha fatto un gol importantissimo", ha proseguito Gytkjaer.
SU POHJANPALO -"Mi piace stare con atleti importanti e lui è uno di questi, ma anche con gli altri mi trovo bene. Anche per il gioco che facciamo: andare sempre avanti, attaccare collettivamente. Per questo abbiamo segnato così tanto. Anche a costo di scoprirsi? Sì. La vita è così. Bisogna sempre rischiare. Se è stato difficile entrare nel gioco strutturato di Vanoli? No. Il mio ruolo resta fare gol. Lui ha le sue idee ed è molto chiaro, vuole attaccare e segnare. Per una punta è un piacere. Ora tutto diventa più eccitante. Fai il calciatore per vivere questi momenti. Fare la differenza, segnare il gol decisivo: sono i momenti che ricorderai".
LA SCELTA -"Perché ho scelto Venezia? Per tanti motivi. Il club è importante, la squadra forte, il progetto interessante. È stato costruito un gruppo multiculturale. Vivere a Venezia poi è un’opportunità enorme e in più a Monza avevo già lavorato con Filippo Antonelli, il direttore sportivo. Qui c'è uno stile di vita differente, ti ci devi abituare. Cammini un po’ di più, certe cose sono complicate ma è anche tanto bello. Se ti trovi bene fuori dal campo puoi mettere qualcosa di più dentro. Hai più energia, più felicità per sentirti libero. Se sei felice giochi meglio", ha concluso.
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