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Marsala, Balistreri: “Chiediamo tutela e riforme, la Serie D è una cosa seria. Palermo? Sarebbe un sogno”

Le dichiarazioni rilasciate dall'attaccante del Marsala, Pietro Balistreri: "Palermo sarebbe stata l'unica squadra per cui avrei lasciato Marsala"

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"Mi sto allenando tutti i giorni dal lunedì al sabato. È dura stare senza calcio".

Parola di Pietro Balistreri. L'attaccante del Marsala, intervistato ai microfoni di 'Goalsicilia', ha detto la sua in merito all’emergenza sanitaria mondiale legata alla diffusione del Coronavirus, analizzando le inevitabili ripercussioni di tale condizione inquietante sull’intero mondo del calcio.

"Questo è il nostro lavoro e anche durante l'emergenza cerchiamo di tenere un profilo da professionisti. Sono in contatto con tutti i capitani di Serie D, abbiamo chiesto tutela e riforme. L'Aic sta cercando di tutelarci, il nostro è un lavoro a tutti gli effetti. La pandemia ha portato alla luce tanti problemi che prima si cercava di insabbiare. Ci sono tanti presidente e dirigenti che non fanno gli uomini con i calciatori, società che già prima dell'emergenza erano in ritardo di 3 mesi nei pagamenti: in D facciamo sei allenamenti a settimana più la partita, facciamo trasferte di mille chilometri, siamo dilettanti solo come status, eppure la tutela, rispetto alla C, è cento gradini sotto. Chi gioca in D, vive con i soldi del calcio e se trovi una società inadempiente puoi rivendicare i soldi tramite vertenza solo a fine anno. L'anno prossimo sarà ancora peggio, riformiamo o sarà meglio non ripartire. Per iscriversi all'anno successivo devi aver pagato gli stipendi almeno fino a febbraio e avere una liberatoria da tutti i giocatori della rosa, così si darebbe credibilità al sistema. Bisogna privilegiare le società virtuose, il calcio, anche in Serie D, è una cosa seria".

MARSALA - "Da capitano ci ho sempre messo la faccia anche a discapito mio, non parlo da quattro mesi ma adesso è giusto fare chiarezza. Sono stato messo fuori rosa il primo di febbraio a mercato chiuso dopo un anno e mezzo in cui davo l'anima per questo club e senza che nessuno mi desse una motivazione o si prendesse la responsabilità della scelta che fosse tecnica o societaria. Mi sono trovato in una situazione surreale ma sono stato in silenzio per rispetto della piazza, dei tifosi e della squadra. Quello che mi dispiace è che si siano insinuati problemi di spogliatoio, tutto falso, io ho sempre dimostrato, senza chiacchiere ma con i fatti e con i gol, attaccamento alla maglia e lo dimostra anche il fatto che a Palermo, nella mia città, nel mio stadio, segnando sono andato a festeggiare con i tifosi azzurri. A dicembre mi era stato detto che, nonostante qualche ritardo nei pagamenti, non c'erano problemi, invece nel giro di venti giorni si è verificato il contrario".

RIENTRO IN SQUADRA - "Voglio sottolineare che nonostante tutto, prima dello scoppiare dell'emergenza, ero pronto a rientrare in rosa. Non ho intenzione di fare polemiche, dico tutto ciò a fin di bene, perché da capitano è giusto anche sottolineare che in questi mesi, nessuno della società si è fatto sentire con i giocatori. La città Marsala non merita tutto questo. Io posso camminare a testa alta e soprattutto spero che questa società, dopo gli errori di quest'anno, possa rimediare e rilanciare per il prossimo anno".

PALERMO - "Dico la verità, ho rifiutato tutte le società che mi hanno cercato, se fosse nato un discorso approfondito con il Palermo, sarebbe stata l'unica squadra per cui avrei lasciato Marsala, sarebbe stato un sogno. Bisogna fare i complimenti alla società perché sono ripartiti da zero e non hanno sbagliato niente, vincere non è mai semplice. Mirri sta facendo bene, in società ognuno ha il suo compito e le sue competenze. Spero il prossimo anno faccia una grande squadra per la Serie C, mettere un club così in D è stato un oltraggio".

CAMPIONATO - "Con i play off che sono praticamente inutili, bisogna dare merito al grande campionato del Savoia o i giochi sarebbero stati chiusi già dopo i primi mesi. L'Fc Messina è un altro club che quest'anno ha dimostrato con i fatti di saper fare bene. Sarebbe giusto che le società virtuose siano ripescate".

ESORDIO IN SERIE A - "Avevo fatto tutta la trafila nel Palermo, dai giovanissimi alla prima squadra. Mi allenavo in pianta stabile con un Palermo che ha fatto sognare la città, in un gruppo di Campioni del Mondo come Grosso, Toni, Barzagli, Zaccardo o come Corini, gente di un'umiltà incredibile. Ho esordito in A a Siena e poi ho giocato in casa al Barbera contro l'Udinese, io mi riscaldavo che stavo per entrare e mio fratello faceva il raccattapalle, grandi emozioni. Poi ho giocato anche in Coppa Italia contro il Milan, club di cui sono simpatizzante".