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Trapani, Di Donato si congeda con stile: “Forse è solo un arrivederci, città stupenda e gente buona. Ecco a chi dico grazie”

Il saluto di Di Donato alla città di Trapani

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Signorilità e classe, pregiati tratti caratterizzanti del suo inestimabile bagaglio umano.

Chi ha avuto la fortuna di conoscere Daniele Di Donato non può che essere rimasto favorevolmente impressionato dall'affabilità, l'educazione, la trasparenza di un ragazzo d'altri tempi. Buon calciatore, allenatore scrupoloso, arguto e preparato, l'ex capitano del Palermo è tornato in Sicilia nella sua nuova veste professionale e si è ritrovato, suo malgrado, travolto da una situazione oggettivamente ingestibile. Il caos societario che sta imperversando in seno al nuovo Trapani è davvero difficilmente comprensibile e concepibile da media, tifosi e addetti ai lavori. La cessione da parte di Alivision di una parte delle quote all'imprenditore Gianluca Pellino, la cordata trapanese che ambisce a rilevare la società, la confusione in merito all'attuale proprietà e a chi detiene maggior potere decisionale. L'impossibilità di rispettare i protocolli sanitari anti Covid-19, gli stipendi arretrati a tesserati e dipendenti, la squadra che non riesce neanche ad allenarsi regolarmente in vista dell'avvio di stagione. Poi il ribaltone tecnico-dirigenziale imposto dal nuovo patron Pellino, con il benservito all'ex direttore sportivo, Sandro Porchia, ed all'ex allenatore, Daniele Di Donato. Il coach abruzzese affida al suo profilo Instagram il suo saluto pieno d'amore e gratitudine verso una città che lo ha subito preso a cuore nonostante la brevissima permanenza sulla panchina granata.

Salutiamo, ma forse è solo un arrivederci a una città stupenda che ci ha colpito per la bontà delle persone, il mare, la cucina e le bellezze architettoniche. Un abbraccio grande al direttore Porchia, ai giocatori, lo staff e i dipendenti del Trapani Calcio, persone vere che ci hanno fatto sentire a casa”.