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LE DICHIARAZIONI

Sudtirol, Zauli: “B? Obiettivo salvezza, ecco le più forti. Guidolin un maestro”

Sudtirol
Le dichiarazioni rilasciate dall'ex fantasista del Palermo, tecnico del Sudtirol

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"La gavetta è stata fondamentale. Ho imparato anno dopo anno, da tanti. Da giocatore sono arrivato in A a 27 anni. Da allenatore arrivo in B a 51". Lo ha detto Lamberto Zauli, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Diversi i temi trattati dal nuovo allenatore del Sudtirol: dalla sua esperienza sulla panchina della Juventus Under 23, al prossimo campionato di Serie B al via il 13 agosto. Ma non solo... "Guidolin mi ha insegnato tanto, soprattutto nel modo di affrontare le difficoltà. Avevo qualità, ma in ogni allenamento dovevo dimostrare e conquistare la sua stima. Ha determinato la mia carriera. Io cerco di esaltare quelli bravi, e bisogna avere il coraggio di farli sbagliare usando l’intraprendenza, ma l’equilibrio è fondamentale", le sue parole.

SERIE B -"Come sono arrivato alla guida del Südtirol? Avevo lavorato con Paolo Bravo al Santarcangelo di Romagna. Ci siamo ritrovati ora. Obiettivi? La salvezza. Non può essere che quella. Squadra neopromossa, una società molto ben strutturata che, però, si affaccia in B per la prima volta. Alcuni ragazzi, protagonisti della splendida promozione restano, altri stanno arrivando. Col direttore Bravo stiamo lavorando per completare la rosa. Lotteremo. Le più forti chi sono? Ne dico tre: Genoa, Cagliari e Parma. Non solo per il blasone, ma perché sono forti".

DIFESA A QUATTRO -"Come gioca Zauli? Con la difesa a quattro sicuramente. Il Südtirol ha vinto il campionato giocando col 4-3-3. Ma sono i calciatori che fanno il modulo. E io mi metto in gioco, sono pronto. Con i giovani non faccio il bacchettone, non posso combattere i social che ormai fanno parte della loro vita. Questi ragazzi sanno quello che vogliono, sono quasi professionisti, io devo aiutarli a diventare calciatori facendo capire che possono anche sbagliare".

JUVENTUS - "Se chiederò qualche giovane alla Juventus? No. Ho avuto la fortuna di allenatore ragazzi di grande talento. Per dirne uno che adesso va avanti nel suo percorso, Miretti. Ma anche Aké, Dragusin. Ma loro proseguono per la loro strada, la società sa cosa deve fare. La Juve è stata una bellissima esperienza. Siamo arrivati in questa stagione ai quarti nei playoff perdendo col Padova. Pur allenando in C percepisci che sei in un top club a livello mondiale con ragazzi molto vicini al professionismo. La gratificazione è stata la consapevolezza di essere diventati squadra", ha concluso l'ex Palermo.

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