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Torino, Cairo: “Grande Torino simbolo di rivincita. Ripresa? Lega compatta, ma decidono le istituzioni”

Urbano Cairo

Le parole del numero uno del Torino, Urbano Cairo, nel giorno dell'anniversario della tragedia di Superga

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Urbano Cairo ricorda il Grande Torino.

4 maggio: una data non qualunque per la città di Torino che, oggi, ricorda con dolore la tragedia di Superga nel giorno del suo anniversario. A ricordare quei giorni, 71 anni dopo, è il numero uno granata Urbano Cairo intervenuto ai microfoni di "Radio Anch'io Sport".

"Il Grande Torino diede un senso di rivincita, il popolo italiano si unì, c’era un affetto particolare. Andremo velocemente a Superga per deporre un mazzo di fiori, con l’autorizzazione del prefetto. Siamo in un momento molto particolare: ai tempi del Grande Torino era appena finita la Seconda Guerra. Questa pandemia non è una guerra, ma ha sconvolto la nostra vita".

Inevitabile la parentesi relativa alla ripresa degli allenamenti in date diverse: "Si tratterà di pochi giorni di differenza, la vera incognita è come possono reagire degli atleti di serie A ad uno stop prolungato: sono fermi da oltre due mesi, cosa mai accaduta. In estate non si raggiunge mai un periodo così lungo di inattività. Sì in casa hanno fatto cyclette, tapis roulant, i pesi... Ma prepararsi al campionato richiede ben altra attività. Noi al Toro effettueremo visite mediche accuratissime, tamponi e quant'altro per essere sicuri e tranquilli. Teniamo ben presente cosa è stata la fase acuta di questa epidemia, quante vite sono state sacrificate, anche di medici e personale ospedaliero nelle zone più calde. Pare che dal 18 potremmo avere via libera per gli allenamenti: è una decisione delicatissima. Noi pretendiamo una sicurezza assoluta. Vedremo come si potrà proseguire, in quali condizioni. Non credo realizzabile un campionato che vada da gennaio a dicembre".

"In Lega - ha concluso Cairo - siamo compatti,anche se ci sono opinioni in parte differenti. Bisogna capire se sarà o meno il caso di proseguire, anche perché nel nostro paese ci sono stati problemi enormi, a partire da quello sanitario. Ingaggi? Sto parlando personalmente con i giocatori, ognuno deve fare dei sacrifici".