Paolo Tagliavento dallo scorso 13 maggio è ormai a tutti gli effetti un ex arbitro di calcio.
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Tagliavento: “Arbitrare mi ha reso uomo, spiego abbraccio con De Rossi. Le manette di Mourinho e il gol di Muntari…”
L'intervista all'ormai ex arbitro di Terni, ritiratosi lo scorso 13 maggio, Paolo Tagliavento
L'ex direttore di gara di Terni si è raccontato per Il Messaggero, di seguito la sua intervista.
Cosa si prova a sentirsi un ex?
"Non lo so, perché ancora non ho realizzato. Questo, per noi, è solitamente il periodo delle vacanze. Me ne renderò conto solo a luglio".
L’abbraccio di Daniele De Rossi, immortalato dalle telecamere, però è stato inusuale
"Ma non è stato il solo che ho ricevuto. D'altronde, dopo 15 anni e 221 gare dirette, con tanti calciatori si è instaurato un rapporto di reciproca stima".
Avrebbe potuto raccogliere qualche soddisfazione in più?
"Ho fatto quello che ho meritato di fare. Mi sarebbe piaciuto dirigere una finale di un Mondiale o di coppa europea, ma se qualcuno è andato più avanti di me, vuol dire che era più bravo".
Lei, Rizzoli e Rocchi avete guidato la squadra del rilancio arbitrale dopo Calciopoli
"Quello è stato un periodo tremendo. Personalmente ho vissuto giorni terribili, che per fortuna sono durati poco".
Nel conto finale, ha dato o ricevuto di più?
"Ho ricevuto tanto, perché l’uomo che sono oggi lo devo al fatto di aver scelto di fare l'arbitro a 17 anni".
L’arbitraggio come scuola di vita?
"Esatto. Quando scegli questo percorso, impari a prendere da solo decisioni già all'età di 15-17 anni: è così che impari a crescere prima. Lo dico sempre nelle scuole dove sono invitato".
E le manette di Mou in Inter-Sampdoria le diedero fastidio?
"Solo per un attimo, perché poi tutti i commenti mediatici e quelli del mio organo tecnico conclusero che avevo diretto molto bene".
Lei era in campo, sempre a San Siro, anche nel famoso gol-non gol di Muntari
"Sì, quello è stato il mio errore più evidente. Che oggi si sarebbe evitato in un decimo di secondo".
Qual è il derby più difficile da arbitrare?
"Ogni sfida cittadina ha le sue difficoltà. Ma per caratteristiche direi che quello di Roma e di Genova non sono niente male".
Derby di Roma, un rapporto che non è mai stato facile?
"E' vero, perché quando perdeva la Roma ero laziale e quando perdeva la Lazio ero romanista. È normale che nella carriera di ogni arbitro ci siano score diversi con ogni squadra, ma sono semplici dati per le statistiche".
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