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Juventus, Buffon para le critiche: “La battuta sul Coronavirus? La rifarei. Temo la Lazio, Conte e Guardiola…”

Il portiere campione del mondo con la nazionale nel 2006 parla del suo futuro e di quello del tecnico bianconero, Maurizio Sarri

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Gianluigi Buffon, per tutti Gigi, è considerato bandiera e uomo simbolo, non solo della Juventus, ma dell'intero panorama calcistico nazionale ed internazionale.

Laureatosi campione del mondo con la nazionale nel 2006, selezione alla cui guida c'era Marcello Lippi, Buffon, giunto all'età di 42 anni, difende ancora i pali della sua Juventus. Seppur oggi ricopra il ruolo di secondo portiere, Gigi ha dedicato la sua quasi intera carriera professionistica al club piemontese, salvo la recente parentesi poco fortunata di una stagione, quella 2018-2019, al Paris Saint-Germain e gli inizi di carriera al Parma. In Serie A, il vicecampione d'Europa nel 2012 detiene il maggior numero di presenze, 647, a pari merito con un altro campione della sua epoca, Paolo Maldini, ex difensore del Milan. In nazionale, l'ex estremo difensore del Parma ha collezionato 176 presenze, diventano così il calciatore con più presenze della storia italiana.

Nelle scorse settimane, Buffon è finito suo malgrado sotto i riflettori per una sconveniente gaffe. Il portiere bianconero, al termine della sfida di Coppa Italia disputata a San Siro contro il Milan, si è intrattenuto in zona mista con alcuni tifosi firmando autografi. Si è rivolto ad uno di essi, probabilmente di origini asiatiche, con l'appellativo di "Corona", con evidente e sgradevole riferimento al virus che sta generando una vera e propria emergenza sanitaria mondiale.

Così, in un'intervista rilasciata ai microfoni de Le Iene, l'ex marito della showgirl Alena Seredova ritorna sull'accaduto del 13 febbraio scorso: "È una battuta che rifarei. Era una domanda simpatica per creare empatia. A San Siro ci sono sempre un sacco di tifosi cinesi; quella sera lui era da solo e in un angolino. Per farlo sentire a proprio agio, ho cercato di interagire con lui facendo un paio di autografi e parlandoci. Ho voluto lanciare un segnale in un momento in cui, soprattutto in Italia, c’è tanta intolleranza. Ho voluto spaccare questo muro, tant’è che l’ho pure accarezzato. Chiedo scusa se qualcuno si è sentito offeso".

Chiusa la parentesi extra-calcistica, Buffon si concentra sul campionato italiano e sul cambio di panchina che ha visto alternarsi Massimiliano Allegri e l'attuale tecnico bianconero Maurizio Sarri: "Per cambiare pelle era necessario affrontare un processo diverso e ci vuole tempo. Era giusto provare qualcosa di diverso per raggiungere i risultati". Sulle pretendenti allo scudetto, dice: "Se l’Inter dovesse andare ancora avanti in Europa League, probabilmente direi Lazio: giocando solo di domenica, potrebbe fare più paura".

Ancora, sul tecnico nerazzurro e suo ex allenatore, Antonio Conte: "É un grande amico, è stato il mio capitano e si è guadagnato il diritto di fare qualsiasi scelta. Io gli voglio bene", l'estremo difensore bianconero ha risposto così. Sulle voci di mercato che accostano Pep Guardiola alla panchina delle Vecchia Signora, dopo lo scandalo finanziario che ha travolto il Manchester City: "Io spero resti Sarri, perché vorrà dire che avremo vinto qualcosa". 

La chiosa dell'intervista riguarda il futuro enigmatico di Gigi che ha affermato: "Non so fin quando giocherò. Fino a giugno, poi vediamo...".