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Di Chiara a Dino Baggio: “Abuso di farmaci e cancro? Parole ledono dignità Vialli”

Vialli
Alberto Di Chiara, ex calciatore del Parma, risponde a di Dino Baggio

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Oggi, a undici giorni dalla dipartita di Gianluca Vialli, l'ex calciatore del Parma Dino Baggio ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti un l'abuso di farmaci negli anni scorsi  da parte di molti calciatori dell'epoca adducendo ad una possibile correlazione di tale circostanza con la malattia e la prematura scomparsa del campione della Sampdoria. Il fatto denunciato da Baggio risalirebbe ai tempi della Juventus e della Nazionale, tra il 1992 e il 1996 stando alle parole del vicecampione del mondo con la nazionale italiana, potrebbe aver costituito una possibile concausa del tumore che ha sconvolto la vita di Gianluca Vialli provocandone il decesso.

Dichiarazioni che non sono piaciute all'ex collaboratore di Roberto Mancini nell'Italia, Alberto Di Chiara, ex compagno di Vialli nella nazionale italiana. Di seguito le sue dichiarazioni ai microfoni dell agenzia di stampa LaPresse:

"Dino è un mio carissimo amico e una persona con cui ho condiviso tante gioie. Ma non ci sono prove di relazioni tra l’uso di certe sostanze e la comparsa di formazioni maligne, sono congetture. Posso capire che uno possa avere dei timori. Ma se non c’è fondamento alle ipotesi, sono cose non belle da dire. Quella di Gianluca è una scomparsa che ha destato tristezza. Penso che nessuno abbia fatto dei collegamenti, poi ognuno fa riflessioni secondo quella che è la sua natura. Gianluca ha lottato in maniera esemplare contro il cancro. Prima di rilasciare affermazioni di questo genere, servirebbe avere dei riscontri. Intendiamoci, se c’è abuso di farmaci, quello è da condannare, sempre. A me questo intervento è sembrato fuori luogo, così si lede la dignità di Vialli. Si gettano ombre su una scomparsa molto dolorosa. Gianluca ha comunicato cose molto positive durante il percorso della malattia. E da questo percorso, bisogna prendere le cose positive. Dino, anche se le pensa, avrebbe fatto meglio a tenere queste opinioni per sé. Così si dà pane a quella parte di stampa e opinione pubblica che accusa la Juventus di quegli anni. Sono congetture che lasciano il tempo che trovano. Se servirebbe indagare sul doping del passato? Ci vogliono basi solide, o si rischia di puntare subito il dito sui colpevoli. Bisogna stare molto attenti. A me non è mai venuto in mente di pensare cose del genere. Queste scomparse fanno parte della vita, purtroppo".

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