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Dybala e quel digiuno che stona: “Ecco spiegato perché zero reti all’attivo. Non me ne vado dalla Sicilia, con Abel stessa lingua calcistica”

L'argentino a caccia del suo primo gol stagionale.

Mediagol77

Domenica prossima, per il baby-talento del Palermo, Paulo Dybala, sarà uno speciale anniversario: il 19 gennaio 2013 è la data, infatti, del suo ultimo gol in maglia rosanero. Per un attaccante la marcatura vale di più di qualsiasi altro bene: è un’iniezione di fiducia e di autostima, una manna dal cielo per scacciare qualsiasi accenno di crisi. Così come vale il detto ‘vincere aiuta a vincere’, vale anche quello ‘segnare aiuta a segnare’: la speranza per i sostenitori del club di viale del Fante è che, una volta sbloccatosi, l’argentino classe ’93 possa far fatica a smettere.

Che effetto fa quello zero sulla casella ‘gol segnati in stagione’?

"Beh, fa riflettere. Per un attaccante iniziare senza gol è sempre brutto. Voglio assolutamente sbloccarmi anche per ripagare la fiducia di compagni e tecnico. Per un attaccante il gol è quasi tutto, se segni trovi più fiducia. Se troverò la via della rete, di sicuro la cosa mi darà tanta fiducia e sicurezza".

Un digiuno notevole. Le capita per la seconda volta...

"E' vero, nell'ultima parte di campionato in Argentina c'è stato un periodo in cui non riuscivo a segnare, però avendone già fatti molti non lo notavo tanto. Come festeggio il primo gol che faccio? Sicuramente andrò ad abbracciare tutti i compagni e andrò ad esultare coi tifosi".

Dall’Argentina al Palermo. Il primo anno rosanero non lo ricorderà ben volentieri.

"L'anno scorso era un campionato difficile, tante cose andavano male. Quest'anno abbiamo cominciato male, poi non facevo gol, c'è stato l'infortunio, sono stato parecchio senza giocare. Per me è stato un periodo brutto".

Rispetto a quell’annata lì, si sente più maturo?

"Per certi aspetti sì, per altri dico che c'è ancora tanto da lavorare. Per farlo devo continuare ad ascoltare tutti i consigli che mi danno mister e compagni. Ho solo 20 anni ma ho già imparato tante cose".

Se il suo appuntamento col gol stenta ad arrivare, per i suoi compagni non vale lo stesso discorso. Come si vede in questo gruppo di attaccanti in cui, a giro, segnano un po' tutti?

"La concorrenza a me fa piacere, siamo tanti attaccanti e ognuno ha il suo obiettivo. Tutti vogliamo portare il Palermo in Serie A, sono contento quando segna Abel, quando segna Belotti, Kyle o Barreto. L'importante è portare i rosa nella massima serie. Certo, sarei più felice se riuscissi a contribuire con i miei gol, perché per un attaccante il gol è tutto".

Dalle dichiarazioni traspare questa voglia di rivalsa, di riscatto con la maglia rosanero. Tuttavia c’era qualcuno che insinuava che avrebbe fatto meglio a cambiar aria. Come risponde a questi giudizi?

"Per ora devo dare tutto per questa maglia. Il Palermo e Zamparini hanno avuto tanta fiducia in me, sento ogni tanto che qualche giornale parla di altre squadre, ma io so che devo dare tutto per il Palermo. Mi interessa solo questa squadra".

Ha parlato dei suoi compagni: a proposito com’è il rapporto con loro?

"Tutti i compagni mi parlano ogni giorno, i sudamericani poi sono quelli che mi stanno più vicini. Parlo tantissimo anche con Troianiello che mi tratta bene e mi dà tanta fiducia, mi vuole aiutare".

E con Hernandez?

"Con lui riesco ad intendermi meglio che con altri, magari perché siamo entrambi sudamericani, parliamo la stessa lingua calcistica. Lui è un giocatore fortissimo, ha già fatto undici gol. Abel mi fa sentire più sicuro, ci conosciamo da più tempo e questo per me è importante, ma gli altri attaccanti sono comunque giocatori fortissimi".

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