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Inter-Sassuolo, Duncan: “Nerazzurri seconda famiglia, ma andiamo a San Siro per giocarcela”. E sul razzisimo…

Inter-Sassuolo, Duncan: “Nerazzurri seconda famiglia, ma andiamo a San Siro per giocarcela”. E sul razzisimo…

Le dichiarazioni del centrocampista ghanese, Joseph Alfred Duncan, a poche ora da Inter-Sassuolo

Mediagol40

Tutto pronto per Inter-Sassuolo.

Stasera, gli uomini di Luciano Spalletti ospitano i neroverdi di Roberto De Zerbi a San Siro per la prima gara del girone di ritorno del campionato di Serie A: i nerazzurri, dunque, riprendono con la seconda sfida a porte chiuse dopo quella di Coppa Italia.

Uno degli ex di giornata è il centrocampista ghanese Joseph Alfred Duncan - prodotto del settore giovanile dell'Inter attualmente in forza al Sassuolo -, che intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport -, si è raccontato tra presente e futuro, soffermandosi anche sul caldo tema del razzismo.

"Non l’ho mai detto, ma a me essere vittima di cori razzisti è capitato diverse volte. Almeno una decina. La prima nelle giovanili dell’Inter. Dai genitori in tribuna. Ho fatto finta di niente ma la cosa che più mi ferì fu pensare al possibile processo di crescita di alcuni ragazzi: se vedo mio padre fare “buu” a un ragazzo di colore, allora da grande lo farò anch’io. Orribile emulazione. Tutto sbagliato. Ho letto del dibattito fra proposta-Ancelotti e Istituzioni, ma dare diecimila euro di multa a una squadra come l’Inter è solletico, due giornate di squalifica ok, ma passano e vanno. La Lega deve dare una sanzione pesante. Pesantissima. Cosicché una dopo l’altra si arriverà al far passare certe idee a certe persone. Una volta feci il raccattapalle a Inter-Barcellona: San Siro pieno, nessuno che offendeva nessuno, tifo solamente pro. Giocare in uno stadio vuoto, pur se con la splendida idea dei bambini, è tremendo".

Su quanto accaduto a Kalidou Koulibaly: "Che schifezza. Non riesco a capire come nel mondo dello sport possa entrare questo vizio di colpire il colore della pelle. E’ fastidioso. Una volta, dopo alcuni “buuu”, sono entrato nello spogliatoio e c’ho ripensato. Ero disgustato".

Capitolo Inter: "Per me i nerazzurri sono un’altra famiglia che quando sono arrivato in Italia senza sapere nulla mi ha dato il pane e forse ciò che nessun’altra mi avrebbe concesso: pazienza, anche di crescere per il tesseramento da extracomunitario. Quando nelle giovanili molti miei compagni scavalcavano di nascosto per uscire la sera, io e Mbaye restavamo nel convitto a studiare l’italiano. Non lo dico per farmi bello ma perché fiero di aver avuto un’educazione forte.Con l’Inter ho esordito in Serie A e a San Siro. Se sono un loro rimpianto? Non credo, però faccia una cosa: lo chieda a loro. Inter-Sassuolo? Un girone fa, ad inizio campionato, con De Zerbi ci dicemmo: andiamo e giochiamocela, con serenità, identità e personalità. E’ stato così. E battemmo l’Inter. Ecco, quelle caratteristiche le abbiamo un po’ perse, oggi dobbiamo ritrovarle".

Chiosa finale sul futuro: "Il dg Carnevali ha detto che a gennaio nessuno si muove? Non voglio muovermi nemmeno io. Voglio tornare in Europa col Sassuolo e giocare di più: la prima volta feci solo una gara. Sempre che De Zerbi mi voglia ancora - ha concluso -".