"Di indole non sono mai soddisfatto, però penso che il lavoro fatto sia importante visti i presupposti. Non andava costruita solo la squadra, ma tutta la struttura sportiva". Così Pietro Accardi, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Fra i temi trattati dal direttore sportivo della Sampdoria anche la scelta di sollevare dall'incarico il tecnico Andrea Pirlo dopo un avvio tutt'altro che entusiasmante. Ma non solo... "Il Palermo nostro primo rivale? Siamo le due squadre con la pressione maggiore. Sulla carta sono tante le candidate, ma con la carta non si vince", le sue parole.
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Sampdoria, il ds Accardi: “Noi e il Palermo le squadre con la pressione maggiore”
DA PIRLO A SOTTIL -"Stimo Pirlo come allenatore e come persona, ma visto quello che abbiamo costruito ci aspettavamo qualcosa di diverso. Gli abbiamo dato la rosa completa al 95% prima del via e quindi credevamo in un’altra partenza, con un’identità più chiara. La proprietà lo conosceva e mi ha detto di provare, ma poi si fanno delle valutazioni e si vedono le partite. In B serve altro, serve più fame: i nomi non bastano, bisogna creare uno spirito ed essere umili. Sottil è preparato, conosce la B e, oltre ad avere idee chiare, ha anche fame. Le sue squadre sono sempre state toste. Ci aspettiamo una Samp così".
MERCATO -"Quanto conta avere davanti due top come Coda e Tutino? Dice sempre Galliani che gli attaccanti vanno presi con l’almanacco, perché i gol li fanno sempre gli stessi. Loro sono una certezza, però conta quanto riusciranno a fare giocando di squadra. Non è stato un mercato semplice. Sapevo che sarebbe stato difficile, e una volta dentro ho capito cosa ci aspettava. Ma le difficoltà sono un’opportunità: conta l’atteggiamento con cui si affrontano, avevamo le idee chiare e abbiamo risolto tutto, andando a step. Se le operazioni sono andate in porto, è perché abbiamo agito secondo le regole: se no non avremmo potuto tesserare nessun calciatore. Gli obblighi di riscatto nei primi mesi del 2025 saranno comunque una bella botta? È tutto calcolato, in futuro avremo anche le entrate di alcune cessioni".
SERIE A - "Dalla promozione in Serie A o meno può dipendere il futuro della Sampdoria? No, abbiamo una proprietà forte che ha investito quasi 70 milioni da quando è arrivata e che vuole continuare a investire, è tutto già pianificato. Certo, sentiamo la responsabilità del traguardo e ci impegniamo al massimo. I 20mila abbonati? È bellissimo, così aumenta la nostra responsabilità nei confronti di questa gente. Ma non avevo dubbi su di loro. L’unica cosa da fare è lavorare e creare un ambiente unito. Le difficoltà sono tante, le superi solo diventando una famiglia e costruendo una chiara identità. Quindi questo della Samp non è un all-in? Assolutamente no".
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