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Vigliacco, adesso che non ti servo più mi rompi il ca*** eh?. Sei tornato qui con una missione, portala a termine!
Così Francesco Totti rispose duramente a Luciano Spalletti nel corso del celebre episodio del febbraio 2016, quando il tecnico toscano lo cacciò da Trigoria escludendolo dai convocati per la partita seguente. L'incredibile rivelazione è contenuta tra le pagine dell'autobiografia scritta a quattro mani con l'ausilio del noto giornalista Paolo Condò dall'ex numero 10 del club giallorosso, dal titolo "Un capitano".
Il Pupone riprende il filo del litigio con l'attuale allenatore dell'Inter: "Ho saputo che prima del Milan alcuni di voi hanno fatto tardi giocando a carte. Non voglio che giochiate a carte, come da regolamento interno". L'ex capitano della Roma prova a difendersi: "Veramente quel regolamento non è stato firmato da tutti". "Non mi rompere il ca***, Checco - la risposta del tecnico toscano -. L'altra volta ti ho permesso tutto, ora non più. Devi correre come gli altri".
Il gelo parte da lì e prosegue con un'intervista al TG1: "Basta, inutile proseguire, tanto non capisci. Hai sbagliato e adesso vai a casa". È Spalletti che lo dice e Totti ne parla così: "È la punizione più umiliante, cacciato da Trigoria. Io. Cacciato da casa mia. Tremo dalla rabbia. Dopo un lungo silenzio, affilo le parole più taglienti che mi vengono in quel momento". E inizia così il burrascoso dialogo fra i due:
Totti: "Molto bene, accetto la punizione, vedremo se sarò io o sarà lei a pagarne le conseguenze".
Spalletti: "Mi stai per caso minacciando?".
Totti: "Lei sa che a Roma la gente è dalla mia parte, io ho parlato soltanto bene di lei e mi vuole cacciare. Si assuma le sue responsabilità".
Spalletti: "Tu ormai sei come gli altri, dimenticati di quando eri insostituibile".
Totti: "Vigliacco, adesso che non ti servo più mi rompi il cazzo, eh? Sei tornato qui con una missione, portala a termine!".
"CON SPALLETTI CI SEPARARONO IN QUATTRO"
"Negli spogliatoi di Bergamo - scrive ancora la leggendaria bandiera giallorossa - l'ultimo litigio con Spalletti, perdo le staffe anche io e ci devono separare in quattro, altrimenti ce le daremmo di santa ragione". Pretesto della lite, secondo quanto raccontato da Totti, l'accusa dell'allenatore all'ex numero 10 della Roma "di pretendere di comandare" e "giocare a carte malgrado i divieti". Che fra i due non corresse buon sangue era noto a tutti, ma mai né il Pupone né il tecnico nerazzurro erano scesi così approfonditamente nei dettagli del loro difficile rapporto. Rivelazioni che faranno certamente discutere: si attende ora l'eventuale replica dell'attuale coach interista.
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