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Roma, Pastore: “I fischi li ho presi ovunque, ecco cosa mi ha detto Fonseca. Il mio futuro…”

ROME, ITALY - APRIL 27:  Javier Pastore of AS Roma celebrates after scoring the team's second goal during the Serie A match between AS Roma and Cagliari at Stadio Olimpico on April 27, 2019 in Rome, Italy.  (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Il centrocampista della Roma ha parlato della sua esperienza con la maglia giallorossa e dei sui progetti futuri

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La rinascita di Javier Pastore.

Dopo una prima stagione di alti e bassi, il centrocampista della Roma sembra aver ritrovato finalmente la forma giusta e la continuità tanto sperata, che gli hanno permesso di collezionare ottime prestazioni in campionato trasformando i fischi del pubblico dell'Olimpico in applausi. Un momento di ottima forma che El Flaco ha commentato ai microfoni del sito ufficiale del club giallorosso: "I fischi li ho presi in tutte le squadre in cui ho giocato, così come gli applausi. È per il mio stile di gioco. Se sto bene riesco a dare il meglio, ma se fisicamente non ci sono non riesco a dare il massimo. A volte se non hai la forza di correre indietro ti tieni per fare una corsa buona in avanti. E tutto questo lo spettatore lo nota. Io a volte apprezzo più i fischi. Quando le cose vanno bene è evidente, ma quando vanno male hai bisogno di una reazione del pubblico. Sono cose che personalmente mi danno qualcosa in più, mi dico 'ok, forse è meglio che vado due ore prima all’allenamento'".

Pastore ha scelto di ritornare in Italia l'anno scorso dopo aver vestito la maglia del PSG per ben sette stagioni: "La chiamata della Roma ha rappresentato una bellissima opportunità. Volevo cambiare squadra per sentirmi di nuovo un giocatore importante e riprendermi il ruolo perso al PSG, per l’arrivo di tanti altri giocatori di livello. La Roma era la miglior proposta, parliamo di una grande città che io e mia moglie adoriamo. L’avventura è partita bene ed ero molto entusiasta di giocare qui. Poi purtroppo mi sono fatto male un paio di volte di seguito e poi c’è stato l’infortunio al derby di andata. A settembre già è iniziato ad andare tutto male. Avevo perso la fiducia dell’allenatore, perché non ero mai in campo. Fisicamente non sono stato mai bene, non riuscivo a gestire bene gli allenamenti o a migliorare la condizione fisica. Ho fatto pochissime partite e non è stato un anno facile, a livello personale e sportivo".

La svolta sembra essere arrivata con Paulo Fonseca, con cui ha subito stretto un legame di grande fiducia: "In estate ho preferito non rischiare di farmi male subito, per evitare di stare fuori durante le partite importanti. L’allenatore ha accettato, mi ha detto 'allenati bene in questi giorni perché per la prima partita devi stare bene'. Il mister mi ha fatto giocare per pochi minuti, per poter riprendere con calma la condizione giusta. E ora il mio fisico inizia a sentirsi lo stesso di prima. La cosa più importante è la fiducia che ci dà il tecnico e il modo in cui ci parla. Io ho avuto diversi allenatori e ho appreso tanto da tutti: posso dire che questo staff tecnico ha un’enorme voglia di fare e bene e di vincere. Sono tutti ragazzi giovani, hanno tante convinzioni importanti e ce le trasmettono. Per una squadra come la Roma che vuole puntare in alto tutto questo è fondamentale".

Infine sul suo futuro dopo la Roma: "Ora penso di farmi altri anni calcisticamente belli e poi ci penserò. Il calcio è la mia vita, farò sicuramente qualcosa in questo mondo. Ma ora ancora non lo so, la vita può cambiare da un giorno all’altro. Io sono argentino, mia moglie italiana, i miei figli sono nati in Francia. Chissà dove vivrò un giorno. Sceglieranno loro, sicuramente. Prima penso alla famiglia".