Nel 2012 il Napoli era d'accordo con i dirigenti del Pescara, ma Marco rifiutò. Non voleva andare nemmeno al Paris Saint-Germain. Con i suoi amici pescaresi abbiamo dovuto convincerlo
serie a
Barcellona-Psg, l’ex agente di Verratti: “Marco fu vicino alla Juventus, c’è un motivo se mi ha licenziato…”
Le rivelazioni dell'ex agente del centrocampista del PSG, Marco Verratti
Queste le parole di Donato Di Campli, ex agente del centrocampista del PSG, Marco Verratti. Il play sarà impegnato questa sera al "Camp Nou" con la squadra di Mauricio Pochettino per affrontare il Barcellona, ma l'ex Pescara rischiò di avere una carriera ben differente. L'ex procuratore del centrocampista della Nazionale di Roberto Mancini, nel corso di un'intervista al quotidiano francese l'"Equipe", ha rivelato diversi retroscena curiosi legati al periodo in cui era Verratti era un suo assistito.
"Aveva stretto un accordo con la Juve di cui era tifoso, ma le due società non hanno trovato l'intesa. L'ha spuntata il Psg perché ha pagato la cifra chiesta dal Pescara. Credeva in Marco ed è stata importante la presenza di Leonardo. Mi ha chiesto solo una cosa, un'antenna pe guardare le partite del Pescara! Due giorni più tardi, sono partiti in tournée negli Stati Uniti. Leonardo mi disse che aveva dei giocatori importanti a centrocampo, ma quando l'hanno visto palla al piede ne sono rimasti affascinati. Zlatan Ibrahimovic era il re e vide che Marco era straordinario. È diventato rapidamente un titolare inamovibile".
Prima amici stretti anche nella vita privata, l'ex agente, ha proseguito la sua intervista, svelando il motivo del divorzio tra i due, avvenuto nel 2017. "All'epoca era da poco arrivata un'offerta dal Barça. Marco voleva andare a Barcellona. Offrivano un sacco di soldi, ma non era per quello: giocare con Messi, diventare un campione, che è una cosa diversa dall'essere un grande giocatore... Il Psg è un grande club ma gioca in un campionato debole. Ho detto a Marco che se voleva diventare un campione doveva cambiare aria. Non sono contro il Psg, ma è più facile farlo al Bayern Monaco, al Barça o al Real. La scelta era sua. Di ritorno a Parigi, però, gli hanno promesso il prolungamento del contratto e l'arrivo di Neymar: l'unica condizione era licenziare il suo agente. Stavo per dichiarare guerra per trasferirlo al Barcellona ma si è tirato indietro. Sono partito con un kalashnikov e ho finito con una pistola ad acqua".
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