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POTENZA-PALERMO

Potenza-Palermo 2-2: rosa, cuore e poco altro. Soleri firma la rimonta in extremis

Palermo

Soliti difetti e consueti limiti di un Palermo macchinoso, approssimativo e confusionario: lucani avanti di due reti, Soleri suona l carica e i rosa agguantano il pari nel finale con una reazione d'orgoglio

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Un punto riagguantato ad un'inezia dalla sconfitta.  I baldanzosi propositi di riscatto del Palermo di Baldini evaporano al cospetto di consueti limiti ed ormai croniche ingenuità. Il pari rimediato in rimonta, seppur recuperando un doppio svantaggio, ha il sapore insipido di un brodino appena tiepido che non funge da antidoto risolutivo ai malanni di stagione. Lodevoli carattere, buona volontà e forza di reazione ma, sul piano di armonia, fluidità e contenuti tecnici, il Palermo ha offerto un'altra prestazione a dir poco mediocre.

Con le novità Doda, Giron, Felici, Lancini, Marconi, più il rientrante De Rose, la compagine di Baldini puntava a riscattare lo scialbo e deludente pari interno contro la Fidelis Andria. L'avvio, in termini di personalità, piglio ed intensità era anche stato piuttosto apprezzabile. Con Dall'Oglio dalla media distanza e  con Valente su schema da corner, il Palermo ha sollecitato Greco per ben due volte nel primo scorcio di match.

Un rischio su girata volante di Romero servito da Coccia, quindi la formazione rosanero pareva gestire senza troppi affanni le sortite lucane ed aver preso in mano il pallino del gioco. Nulla di trascendentale, ma una marcata supremazia territoriale, non sempre supportata da lucidità e qualità in sede di palleggio e rifinitura. Valente, sempre vivace ma un po'appannato sul binario destro, metteva un paio di cross interessanti su cui Brunori riusciva ad anticipare l'avversario ma non a centrare lo specchio della porta. Come sovente accaduto, in apparente pieno controllo delle operazioni, il Palermo si incartava in fase difensiva e il Potenza trovava il vantaggio con modalità estemporanee e dinamiche inattese. Coccia, libero di scorazzare sulla sua corsia, metteva un pallone in mezzo trovando i centrali palesemente fuori posizione, Doda stringeva tardi e goffamente la diagonale con Romero libero far valere il fisico e piazzare una zampata ferale per Massolo.

Con una circolazione della sfera fin troppo scolastica e macchinosa, spesso prevedibile e priva di acuti e qualità tra le linee, il Palermo andava regolarmente a sbattere sulla coriacea  fase di non possesso lucana. Niente ampiezza a sinistra con Felici fuori partita, Valente spremuto dal consueto apporto fornito in sede di ripiegamento sul fronte opposto. Mai una verticalizzazione con i giri giusti a premiare l'attacco alla profondità di Brunori, un inserimento centrale di Luperini o un taglio interno degli estremi del tridente.  Solo un'uscita improvvida di Greco, su corner di Dall'Oglio, originava una doppia chance per gli ospiti in chiusura di frazione: incornata di Giron sulla traversa, altra soluzione aerea  di Lancini sventata sulla linea da Romero.

I cambi di Baldini nell'intervallo, Buttaro, Odjer e Soleri per Doda, Dall'Oglio e Felici, non sembrano a primo acchito produrre nulla di significativo. Anzi il Palermo pare perdere ulteriormente linearità e abbrivio, non riuscendo neanche ad avvicinarsi con costrutto alla porta di Greco. Quando Baldini sta per giocare la solita carta Floriano in luogo di Valente, Cuppone confeziona un destro a giro di pregevolissima fattura e firma il raddoppio lucano.

Provato sul piano psicologico e nervoso, il Palermo ha il merito di non demordere. Il Potenza si abbassa forse troppo a protezione della sua area di rigore ma collezione comunque una chance per chiudere i conti: Massolo ringrazia Zampano che gli calcia letteralmente addosso in beata solitudine sprecando il tris. Facendo leva su orgoglio e carezza della sorte, la squadra di Baldini ci prova con veemenza a testa bassa. Senza troppe idee né particolare costrutto, ma con cuore e determinazione. Il fighter per eccellenza, Edoardo Soleri, toglie le castagne dal fuoco alla formazione di Baldini. Prima, con un destro secco e risoluto dai sedici metri, trasforma in oro una palla sporca e vagante. Quindi, con un guizzo elettrico in un fazzoletto, dopo una copertura vigorosa della sfera sulla linea di fondo, conquista il rigore del pari. Con un prodigio di altruismo, l'ex Roma lascia l'esecuzione a Brunori che non fallisce e firma un pari insperato in relazione a contingenze ed evoluzione della gara.   Ancora una volta, dopo il deludente pari interno contro l'Andria, il Palermo rimedia appena un punto in extremis al culmine di una prestazione volenterosa quanto desolatamente modesta sul piano tecnico. Secondo pari consecutivo che non cambia volto e marcia alla classifica dei rosanero. Con questa velocità di crociera e con prestazioni del genere, non è al momento pensabile di scalare posizioni in graduatoria e sovvertire le gerarchie in zona playoff ad una manciata di partite dal termine della regular season.

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