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PALERMO-TARANTO

Palermo-Taranto, dribblare la crisi: Baldini e i playoff, moniti, scelte e obiettivi

Palermo

Tornare alla vittoria, ritrovare identità, entusiasmo e condizione, sciogliere dubbi e interrogativi, cercare di sfruttare al massimo tutte le risorse presenti in organico. Bivio decisivo della stagione per il Palermo di Baldini

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di Leandro Ficarra

Altro bivio fondamentale della stagione in un frangente estremamente critico.

Il Palermo di Silvio Baldini ha rallentato bruscamente la sua velocità di crociera in zona playoff, racimolando tre pareggi consecutivi contro formazioni impelagate nella parte bassa della classifica e facendo registrare una chiara involuzione in termini di intensità e qualità di gioco espresso.

Il recupero della terza giornata di ritorno al "Barbera" contro il Taranto costituisce l'ennesima ghiotta chance da non fallire per la compagine rosanero, che ha già lasciato fin troppi punti per strada complicando oltremodo il suo cammino nella lotta per il salto di categoria. Dopo l'exploit del "Partenio" contro l'Avellino, primo in trasferta dell'era Baldini, il Palermo si è inopinatamente incartato. Prove abuliche, opache e calcisticamente modeste, costellate da errori individuali marchiani in fase difensiva ed una totale assenza di armonia, fluidità e brillantezza in sede di sviluppo, rifinitura e finalizzazione della manovra.

Più di qualcosa si è chiaramente inceppato nell'iniziale simbiosi, empatica, tattica e concettuale, che aveva caratterizzato la virtuosa ed a a tratti trascinante metamorfosi della squadra siciliana, specie nella caratura delle performances interne, dall'avvento del tecnico toscano sulla panchina rosanero.

Un Palermo apparso sistematicamente vittima di limiti strutturali ed amnesie ormai croniche in sede di approccio, lettura e  gestione della gara nelle ultime uscite. Una squadra zavorrata da un tangibile e fisiologico logorio, fisico e mentale, dei suoi calciatori cardine il cui disagio è stato sensibilmente acuito da alcune scelte discutibili e non proprio felici, in relazione al responso del campo, compiute dal proprio allenatore.  Chi ha tirato irriducibilmente la carretta, senza quasi mai rifiatare, tra i leader in organico, accusa un comprensibile calo di energie e di condizione. Le cosiddette prime alternative, relegate ai margini delle gerarchie tecniche e con un esiguo minutaggio nel proprio bagaglio, faticano ad incidere e ad integrarsi.

Al netto di caratteristiche tecniche, valore assoluto e partecipazione emotiva, non è obiettivamente semplice trovare continuità di impiego, ritmo e condizione psicologica ideale, se si viene chiamati in causa per scampoli di partite quasi compromesse, o addirittura se non si viene mai coinvolti per una porzione di gara neanche a risultato praticamente acquisito. Emblematico in tal senso il caso del jolly offensivo scuola Roma, classe 2001, Andrea Silipo, 15 presenze di cui 6 da titolare, condite da 2 gol e due assist, nella precedente gestione tecnica, mai schierato dal primo minuto e precipitato in fondo alle gerarchie del nuovo allenatore.

Il passo delle dirette concorrenti, unitamente al livello tecnico di questo campionato, non è comunque trascendentale e la classifica lascia ancora spiragli e margini da esplorare per scalare qualche posizione nella griglia dei playoff.

Lo sfogo veemente ed accorato da parte del tecnico toscano, in seguito al deludente pari di Potenza, ha certamente costituito uno spartiacque, psicologico e relazionale, nella sua interazione con la squadra. Al momento, la tanto attesa risposta sul campo da parte dei calciatori, sotto il profilo motivazionale e prestazionale, non è ancora arrivata.

Toccherà a Baldini in primis, la cui qualità del lavoro in relazione ai limiti della rosa era comunque da valutare positivamente, sotto vari punti di vista, fino al match in Irpinia, riaccendere la luce progressivamente affievolitasi nel cuore del gruppo negli ultimi quindici giorni.

Da un lato, seguendo delle linee guida chiare e perentorie figlie dell'insindacabile verdetto del campo, dosando e valutando con scrupolo energie, attitudini e stato di forma dei singoli. Dall'altro, avviando concretamente quel processo di inclusione ed integrazione, seppur graduale e parziale, di coloro che non hanno ancora avuto modo di ritagliarsi il loro spazio in questa squadra.

"Ai playoff ci sarà bisogno di tutti". Il monito ricorrente ribadito dal tecnico toscano in sede di conferenza stampa non è certamente una frase fatta.

Specie in virtù della tipologia di calcio, propositivo e redditizio se correttamente e rigorosamente sentito ed interpretato, professato dall'ex coach di Empoli e Carrarese. Un calcio fatto di pressing alto, ritmi vertiginosi, intensità esasperante, dinamismo perpetuo, ricerca ossessiva di verticalità, ampiezza e profondità.  Credo intriso di sincronismi ed automatismi corali, tangibili ma rischiosi e labili al contempo, la cui fedele ed efficace applicazione richiede un notevole dispendio di risorse fisiche e mentali.  Al culmine di una regular season comunque estenuante, è impensabile pensare di giocarsi concrete chances nei playoff contando esclusivamente su tredici o quattordici giocatori.

Motivo per cui, oltre a cercare di migliorare il proprio piazzamento in classifica e restituire smalto e linfa ai suoi big, altro obiettivo prioritario di Silvio Baldini dovrebbe essere quello di ripristinare le condizioni tecniche e motivazionali ideali per recuperare anche quegli elementi che, a torto o ragione, si sono sentiti finora totalmente fuori dai giochi nella scala di considerazione del tecnico.

Ovviamente, toccherà ai quasi mai utilizzati millenialsDoda, Felici e Silipo, così come a Damiani, quasi sempre sostituito, ed al fin qui impalpabile Fella, palesare voglia, qualità e determinazione tali da meritarsi un'opportunità reale sul rettangolo verde.

Correggendo eventuali pecche in termini di predisposizione e atteggiamento, dimostrando in gara, non solo in settimana nelle consuete prove didattiche, se e quando il tecnico riterrà di concedere una possibilità, di poter dare un contributo fattivo, magari fornire un plus di vivacità, nuove ed efficaci soluzioni tecnico-tattiche in queste ultime cinque partite ed in vista dei playoff. Idem per Accardi, Perrotta, Odjer, solo per citare alcuni elementi impiegati di recente con meno assiduità rispetto ad altri.  

Fermo restando che dovranno essere senatori e leader, tecnici e carismatici, di questo gruppo, punti fermi o quasi nell'undici di Baldini, ad alzare l'asticella dell'attenzione e del rendimento in questa fase topica della stagione. Lancini, De Rose, Dall'Oglio, Luperini, Valente, Floriano, Brunori, insieme al dodicesimo titolare della squadra, Edoardo Soleri.

Fondamentale una presa di posizione sul capitolo portiere. Ruolo fin troppo strategico e delicato con un peso specifico determinante nell'economia dell'intera fase difensiva.  Non è plausibile ipotizzare il prosieguo dell'alternanza tra i pali a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane. Baldini dovrà ragionevolmente scegliere a chi tra Pelagotti e Massolo affidare le chiavi della porta rosanero in questo rush finale.

Vincere contro il Taranto diventa un must. La conquista dei tre punti consentirebbe alla squadra di Baldini di scavalcare momentaneamente la Virtus Francavilla e portarsi ad una sola lunghezza dal Monopoli, entrambe con una partita in meno, collocandosi al quinto posto a due punti dal terzo occupato dall'Avellino. Appuntamento da non steccare, a pochi giorni da un altro match casalingo contro il Picerno, per ritrovare un minimo di slancio ed uscire dall'impasse. Scongiurando il rischio di rimpinguare ulteriormente la fiera dei rimpianti e delle occasioni mancate.

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