In questi giorni si è parlato tanto della grandezza della piazza di Palermo per quel che riguarda il calcio e del futuro che la società rosanero potrebbe avere senza Maurizio Zamparini alla guida. Il patron è alla ricerca di un successore affidabile, ma da sempre i suoi estimatori lanciano foschi presagi: "senza di lui torneremo a vagare per le serie minori". I più ottimisti invece sperano: "Palermo è una realtà importante, basta gestirla in maniera intelligente per tenerla in Serie A". Dove sta la verità?
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“Palermo quinta città d’Italia”: basta questo per salvarsi? Senza Zamparini si finisce come il Venezia? Quello che dicono i numeri
Palermo ha un bacino d'utenza notevole rispetto a tante altre piazze del calcio italiano, ma basta questo per rimanere ad alto livello nel calcio anche senza Zamparini? Ecco cosa dicono i numeri.
LA STORIA - Da quando il calcio professionistico italiano è diviso in categorie i rosanero hanno fatto della Serie B la propria casa, disputando ben 42 stagioni e 1562 partite di campionato nella cadetteria. Solo Brescia (58 stagioni), Verona (51), Modena (50) e Bari (44) possono vantare numeri più alti. Mentre in Serie A i rosanero hanno disputato soltanto 999 partite, distribuite in 28 stagioni (12 di queste nell'era-Zamparini). Sono ben 14 le società ad aver fatto meglio. Se il calcio fosse sempre uguale a se stesso potremmo benissimo chiudere già qui ogni discorso: di fatto il Palermo senza Zamparini è sempre stato una società di B e le rare promozioni nella massima serie erano spesso seguite da immediate retrocessioni. Qualcosa di simile al Brescia o al Livorno dell'ultimo decennio.
DIRITTI TV - Sarebbe però una analisi incompleta, perché la realtà dice che nel frattempo il calcio è cambiato. In molti sostengono che oggi a fare la differenza rispetto al passato siano i diritti televisivi. Ma fino a che punto il discreto posizionamento dei rosanero nella classifica dei bacini d'utenza garantisce un futuro nel calcio che conta? Per capirlo dobbiamo considerare che il Palermo ad oggi percepisce una cifra inferiore ai 40 milioni di euro l'anno dalle tv, più o meno la stessa cifra (ballano un paio di milioni in più o in meno) di tutto il gruppone che comprende i club dal Torino in giù. Di fatto i diritti tv mettono quasi tutte le società dall'ottavo al quindicesimo posto sullo stesso piano. Al di sotto di questa fascia ci sono soltanto 5 club: le tre neopromosse, il Sassuolo che spende comunque tanto grazie alle risorse del presidente Squinzi e il Chievo che in un modo o nell'altro si salva quasi sempre. Alla luce di ciò è chiaro come ogni volta che una neopromossa si salva, una delle squadre di fascia media è condannata a retrocedere. L'anno scorso è capitato al Verona, un anno prima al Cagliari, la volta precedente al Catania e nel 2013 al Palermo. Quindi non si può certo dire che il Palermo si possa salvare ogni anno per chissà quale beneficio tratto dai diritti televisivi e dal bacino d'utenza. E' vero che i tifosi rosanero sono tanti e che Palermo è la quinta città d'Italia, ma ciò dal punto di vista dei diritti televisivi conta pochissimo. Per questo per salvarsi serve un presidente che spenda e che lavori in perdita ogni anno, oppure un presidente molto bravo che azzecchi sempre gli acquisti giusti.
POPOLAZIONE - Palermo è la quinta città d'Italia, ma anche la quinta provincia del belpaese. Eppure questo dato che con orgoglio tiriamo fuori quando c'è da valutare il posizionamento dei rosanero in classifica, cozza con i dati storici e non incide più di tanto in termini economici sulla ripartizione dei diritti tv. Di fatto a determinare le ambizioni del Palermo sarà sempre e soltanto il valore della dirigenza e la quantità di denaro che il patron vorrà utilizzare per rinforzare la squadra, a prescindere che si tratti di Zamparini o di un eventuale successore. Nell'elenco delle 22 province italiane sopra gli 800mila abitanti ce ne sono addirittura 14 a non avere una squadra in Serie A, alcune addirittura da oltre 20 o 30 anni (Brescia, Bari Catania, Salerno, Padova, Caserta, Varese, Treviso, Monza, Vicenza, Venezia, Lecce, Cosenza, Perugia, Messina). Senza Zamparini non è assolutamente impossibile che Palermo diventi la quindicesima, non si pensi che basti il dato sulla popolazione per rimanere di diritto in Serie A per sempre: serve un imprenditore all'altezza che sappia sopravvivere a una retrocessione che, per come si ripartiscono i diritti televisivi in Serie A, è tutt'altro che impossibile e prima o poi toccherà a tutte le squadre di fascia media.
Diventa quindi fondamentale che Zamparini scelga bene l'imprenditore a cui affidare il Palermo, se non si vuole rischiare di rimanere invischiati per chissà quanti anni nelle serie minori. Non è uno spauracchio sventolato in maniera del tutto infondata, ma basterà che il patron faccia i suoi interessi e trovi qualcuno in grado spendere 30 o 50 milioni per rilevare il Palermo: chi riuscirà a far fronte a tale esborso sarà probabilmente capace anche di sostenere l'onere di un club di questo peso.
Mariano Calò
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