Dopo la sconfitta maturata in casa del Como, il Parma torna al "Tardini" dove riceverà il Palermo nel match valido per la trentunesima giornata di Serie B. Appena fuori dalla zona playoff, la compagine di Fabio Pecchia ha rimediato una vittoria nelle ultime quattro e siglato una sola marcatura. La classifica corta e compatta però stringe l'occhio ai ducali, appena fuori dalle migliori otto proprio dietro al Palermo. In vista del match contro i rosanero, in programma sabato 1 aprile alle 14, è intervenuto in conferenza stampa il centrocampista gialloblu Cristian Ansaldi. Di seguito le sue dichiarazioni:
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Parma-Palermo, Ansaldi: “Ora otto finali da giocare. Pecchia un leader, tifosi…”
"La squadra sta bene, mancano i nazionali. Ma la squadra è consapevole di quello che deve affrontare, sappiamo che sono 8 finali da giocare. Creare questa mentalità vincente, questa identità, questo modo di pensare in modo positiva. Questa è la prima cosa da creare dentro questa famiglia. Noi sappiamo l’importanza di questa partita, sappiamo cosa dobbiamo dare e soprattutto avere chiaro il nostro obiettivo, creando questa mentalità. Sapevamo che questa sarà una finale e dobbiamo affrontarla come tale. Alla fine uno lo inizia a credere, mettere in testa l’importanza di ogni partita. Ogni partita la dobbiamo prendere come una finale, dove si deve vincere. Non serve il pareggio. O si vince o si perde. Quello dobbiamo mettere nella nostra testa. In ogni partita si deve vincere, i tre punti sono fondamentali per la nostra crescita. Il patto arriverà quando si cominciano a giocare le partite. Il patto è quello che ci siamo detti nel gruppo: sono otto finali. Palermo? Noi sappiamo che stanno giocando bene, stanno dimostrando di essere una squadra di uomini. E dobbiamo dimostrare anche noi che lo siamo. i. Pecchia? Il mister ha la sua idea, noi dobbiamo fare quello che lui ci chiede. Lui è il nostro leader, come sempre abbiamo detto. Noi dobbiamo continuare a seguirlo, a fare quello che ci chiede che è la cosa più importante. Siamo tutti al suo fianco, è l’unico modo di crescere per l’esperienza che ha e l’importanza che ha per questa squadra"
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L'ex Torino e Inter si sofferma infine sulla tifoseria ducale, in vista del rush finale di campionato: "“Quando parlo di famiglia, non solo parlo della squadra ma parlo dell’essere uniti, i tifosi come noi giocatori, è lì dove si comincia a creare una famiglia vera. Noi sempre possiamo sentire il calore, la passione e l’amore che ci danno, anche quando prendiamo gli insulti e schiaffi di cui ogni tanto abbiamo bisogno. Questo porta alla unità, questo porta a crescere. Noi sempre siamo grati a loro. I giocatori senza i tifosi non sarebbe lo stesso"
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